Ecologia

Negli oceani una ricchezza da 24mila miliardi di dollari /Foto

Ecosistemi che si piazzano al settimo posto tra le 10 maggiori economie mondiali

Roma, 8 giu. - (AdnKronos) - Almeno 24mila miliardi di dollari, circa 2.500 miliardi di dollari l’anno, in termini di beni e servizi. E' il valore stimato degli oceani che si pongono così al settimo posto in una classifica delle dieci maggiori economie mondiali. In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani il Wwf celebra il ‘valore’ di questi ecosistemi, un vero e proprio motore economico che deve però essere mantenuto in salute per conservarne la ricchezza. (Foto)

Secondo un’analisi condotta su commissione del Wwf dalla Vu University di Amsterdam, per ogni dollaro investito nella creazione di un’area marina protetta il valore dei benefici derivanti risulta tre volte l’investimento iniziale in termini di creazione di posti di lavoro, tutela delle coste e attività di pesca. Una maggiore protezione degli oceani darebbe benefici economici netti compresi tra i 490 e i 900 miliardi di dollari nel corso del periodo 2015-2050.

Al fine di garantire reali benefici, il Wwf chiede che la percentuale di oceani tutelata dalle aree marine protette salga al 30% entro il 2030. Oggi i mari di tutto il mondo sono minacciati dalla pesca eccessiva, l'inquinamento, le esplorazione sottomarine per la ricerca e l’estrazione di petrolio e gas, lo sviluppo intensivo dei trasporti marittimi e delle infrastrutture. Poi c’è il fenomeno dell’acidificazione degli oceani, causato dai cambiamenti climatici, che ha impatti devastanti su molti sistemi oceanici, in particolare per le barriere coralline.

E in Italia? Occhi puntati sul Mediterraneo, un piccolo angolo di ‘oceano’ ricchissimo di biodiversità con specie importanti, dalle balenottere ai delfini, dalle tartarughe ai tonni, ma che purtroppo fa anche le spese delle nostre cattive abitudini: il suo lento ricambio (80-90 anni per le acque superficiali e l’intero volume in ben 7.500 anni) non riesce a smaltire l’inquinamento prodotto dalle nostre attività.

Oggi poco più dell'1% dell'intero Mar Mediterraneo è sotto protezione e il Santuario Pelagos, che sulla carta farebbe salire al 5% la percentuale protetta del Mediterraneo, non gode ancora di quella necessaria tutela a 16 anni dalla sua nascita. L’obiettivo del Wwf è di rendere l’area dell’accordo Pelagos una reale zona protetta in quanto habitat principale delle balenottere comuni, capodogli e stenelle e ancora a rischio per traffico navale mal gestito e inquinamento.

Insieme ad altre 16 associazioni il Wwf aveva già lanciato un appello lo scorso marzo chiedendo di consolidare la collaborazione tra gli Stati firmatari (Italia, Francia e Principato di Monaco) rispettando l'impegno internazionale affinché Pelagos diventi un esempio internazionale di conservazione di biodiversità marina.

Per il Santuario Pelagos qualcosa dovrebbe muoversi il prossimo 12 giugno in cui è previsto a Livorno il primo incontro internazionale dei comuni aderenti alla Carta Parternariato Pelagos alla presenza di istituzioni, comunità rivierasche ed esperti dei tre Paesi insieme ad associazioni, tra cui il Wwf. In vista di questo appuntamento il Wwf chiede una governance efficace ed estesa con un piano di gestione rivisto e più operativo con obiettivi precisi da raggiungere e di aumentare le risorse disponibili, umane ed economiche (attualmente 8 centesimi di euro per ettaro rispetto ad un budget medio di 10-100 euro al km2 solitamente disponibile per le aree protette).

Inoltre chiede l’adozione di misure sul traffico marittimo con l’obiettivo di limitare o eliminare i rischi di collisioni tra navi e balenottere nell’area del Santuario e in quelle limitrofe. Infine aumentare la ricerca .

Nei prossimi giorni il Wwf, insieme alla Marina Militare, lancerà una campagna di sensibilizzazione sul Mediterraneo e per il Santuario Pelagos che farà il giro d’Italia per tutto il periodo estivo. Già da oggi il Mediterraneo è anche protagonista sulle pagine social: con lo slogan #MyblueMed per l’intera estate verranno postate ogni giorno sui profili Facebook e Twitter del Wwf nei Paesi che si affacciano sul bacino informazioni e immagini su specie, habitat e le tante attività di tutela messe in atto dall’associazione nel Mediterraneo.

8 giugno 2015 ADNKronos
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