Per l’Italia i primi mesi del 2016 non sono stati da record dal punto di vista climatico: dopo un inverno non particolarmente rigido, la primavera e questo primo scorcio d'estate rientrano nella norma.
Come sempre si cerca di sottolineare, però, le condizioni climatiche del pianeta non devono essere valutate per quel che si registra in una piccola regione della Terra: fare questo significa avere una visione assai distorta della situazione.
Infatti, se si prendono i valori globali della temperatura terrestre si scopre, come mostra un report della Nasa, che i primi sei mesi del 2016 hanno invece superato numerosi record climatologici.
Va detto che c'è un elemento di incertezza: questo inizio del 2016 è ancora sotto il forte influsso di El Niño, che ha avuto il suo massimo verso la fine del 2015 e che - data l'intensità dell'evento - certamente produce un aumento della temperatura terrestre. Comunque sia, «è vera l'influenza di El Niño sull'aumento delle temperature da ottobre in poi, ma è anche innegabile che questo effetto si è sovrapposto a un trend in crescita», ha commentato Gavin Schmidt, del Goddard Institute for Space Studies (Nasa).
Dov'è la Terra del Grande Freddo? «La situazione nell’Artico è davvero unica», sottolinea Walt Meier, ricercatore della NASA, «le temperature particolarmente elevate hanno ridotto i ghiacci come mai era successo prima.»
Per comprendere meglio cosa stia avvenendo al Polo Nord la NASA ha in atto una campagna di ricerca per studiare le grandi "pozzanghere" d’acqua che si formano sul ghiaccio che fonde.
La loro formazione produce aree di un colore più scuro, che trattiene una maggiore quantità di calore, e ciò naturalmente peggiora la situazione.
Da qui alla fine del 2016. Che cosa succederà nei prossimi mesi? I pareri sono discordi.
Secondo alcune proiezioni la temperatura continuerà nel trend in crescita e, se sarà così, il 2016 potrebbe diventare l’anno più caldo da 150 anni a questa parte.
Secondo altri la situazione potrebbe invece cambiare profondamente, in quanto ci sarebbero tutti gli indizi che fanno pensare all’arrivo della Circolazione di Walker, cioè La Niña, una situazione diametralmente opposta a El Niño, che provoca un raffreddamento di gran parte dell’Oceano Pacifico facendo perciò calare le temperature del pianeta.
A fine anno tireremo le conclusioni.