Ecologia

Moda più sostenibile per Lidl, via tutte le sostanze pericolose entro il 2020

L'azienda intraprende la strada dell'eliminazione graduale degli elementi chimici che possono inquinare o mettere a repentaglio la salute. E risponde così alla campagna Detox di Greenpeace che aveva analizzato alcuni indumenti prodotti da Lidl

Roma, 10 dic. - (AdnKronos) - Via tutte le sostanze chimiche pericolose dalle produzioni tessili (abbigliamento e accessori) entro il 1 gennaio 2020. E' l'impegno preso da Lidl, la seconda catena di discount al mondo, in espansione anche in Italia dove conta ormai quasi 600 punti vendita. Lo comunica oggi l’azienda in reazione alla campagna Detox di Greenpeace che aveva analizzato alcuni indumenti e scarpe per bambini prodotti da Lidl, riscontrando la presenza di sostanze chimiche pericolose.

L’impegno di Lidl prevede l’eliminazione graduale di sostanze inquinanti come gli alchifenoletossilati entro giugno 2016. Se rilasciate nell’ambiente, queste sostanze hanno un'alta persistenza ed è dimostrata la loro tossicità su alcuni organismi acquatici. Tutti i composti perfluorurati, invece, verranno eliminati dalla filiera di Lidl entro luglio 2017: sono sostanze che possono interferire e, in alcuni casi, danneggiare il sistema immunitario e influire sui processi ormonali che governano la riproduzione.

L’impegno del gigante della distribuzione a basso costo - con un fatturato annuo di oltre un miliardo di euro solo dai propri prodotti tessili - si estende a tutti i prodotti in tessuto e pelle, inclusi prodotti per la casa come tende, asciugamani, tende e tappeti.

Per garantire la trasparenza della propria filiera, Lidl renderà pubblico l’80% dell’elenco dei propri fornitori in Asia che, entro la fine del 2015, saranno obbligati a pubblicare i risultati delle analisi delle acque reflue dei loro impianti.

“È impressionante vedere come la nostra campagna riesca a conquistare aziende di ogni tipo, dei marchi del lusso alle catene della distribuzione a basso costo. Detox è il lusso di Valentino e Burberry, l’abbigliamento sportivo di Adidas, lo sono marchi giovani come H&M e Zara e ora lo è persino lo strofinaccio che acquistiamo al discount”, dichiara Chiara Campione, responsabile della campagna #TheFashionDuel di Greenpeace Italia.

“La rivoluzione Detox ha dimostrato di essere l’unica vera alternativa per un tessile sostenibile. Incredibile che marchi come Versace, Gucci o Diesel che si vendono sul mercato come innovativi e sostenibili non riescano a garantire ai propri consumatori prodotti liberi da sostanze tossiche”. La campagna Detox di Greenpeace ha finora convinto dozzine di importanti marchi internazionali e aziende dell’industria tessile, orientandole verso una produzione libera da sostanze tossiche.

10 dicembre 2014 ADNKronos
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