Una nota positiva in occasione della Conferenza delle parti n° 9, la cosiddetta Cop 9 (19-30 maggio 2008), il tavolo che riunisce i Paesi firmatari del protocollo di Kyoto.
Secondo Ed Dlugokencky, del Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration), le misure prese da 43 stazioni in tutto il mondo dimostrano che il metano ha smesso di aumentare in atmosfera in un periodo che va dal 1999 al 2002.
Il dato è importante, perché dopo l'anidride carbonica (CO2) il più importante tra i gas serra, ossia quelli che causano il riscaldamento globale dell'atmosfera, è proprio il metano, con un contributo del 20%. Le ragioni del rallentamento non sono tuttavia chiare: Dlugokencky ritiene che sia dovuto sia alla diminuzione della produzione industriale e dell'estrazione di metano e petrolio nei paesi del blocco ex-sovietico, sia ai progressi nelle tecnologie di trasporto del metano, che hanno ridotto le perdite dai metanodotti.
L'ottimismo del Noaa non è però condiviso dall'intera comunità scientifica: molti esperti ritengono che le conclusioni dello studio non siano corrette. Alcuni contestano il metodo e i dati, affermando - sulla base di rilevazioni e modelli differenti - che il metano sia in realtà ancora in aumento nell'atmosfera. E, in generale, non considerano queste proiezioni un trend consolidato: perché per ricominciare il rilascio del gas basta poco, affermano, come l'aumento dei consumi e dell'estrazione di petrolio e metano da parte dei Paesi del Terzo Mondo e in via di Sviluppo.