Roma, 13 feb. (AdnKronos) - Sostenibilità, riciclo e riuso, ricerca. Così l'Unione europea risponde alla criticità rappresentata dalle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime strategiche, ossia di sostanze considerate fondamentali per l'economia ma di difficile reperimento.
"In vari segmenti dell'industria, che offrono sul mercato prodotti con destinazioni diverse ma spesso altamente tecnologici, tali sostanze costituiscono infatti la materia prima indispensabile per la realizzazione di alcuni componenti di importanza essenziale per le elevate prestazioni richieste", spiega all'Adnkronos Franco Terlizzese, direttore generale per le risorse minerarie ed energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico.
"La scarsa disponibilità di queste materie prime sul mercato interno europeo obbliga le aziende a rivolgersi al mercato internazionale, consolidando negli anni una forte dipendenza da Paesi extra europei. Eventuali situazioni geopolitiche, che potrebbero determinarsi per ragioni di varia natura, potrebbero avere un effetto rilevante sulla fornitura di determinate materie prime verso l'Ue, con conseguenze drammatiche nei confronti di quelle realtà industriali che ne abbisognano in misura sostanziale", prosegue Terlizzese.
Ma quali strategie adotta l'Europa per garantirsi l'accesso a sostanze tanto importanti per l'economia? "L'Ue tenta di reagire in varie maniere a questo stato di fatto, promuovendo ricerche nel settore della sostituzione, del riciclo, del recupero. Tuttavia, per varie ragioni di carattere tecnologico, o talvolta più banalmente di ordine pratico, il recupero e il riciclo di queste materie prime si presenta particolarmente difficoltoso o comunque non adeguatamente efficiente, con il risultato che queste iniziative conducono a una mitigazione del problema ma certamente non a una sua soluzione", osserva.
Così si punta sulla ricerca per la "sostituzione di materie prime 'critiche' con altre maggiormente disponibili". "L'Ue sta inoltre stimolando la ripresa delle attività minerarie negli Stati membri, incoraggiando le soluzioni tecnologiche più moderne, che conducano a realtà industriali sostenibili - sottolinea Terlizzese - soprattutto dal punto di vista ambientale, considerate in particolare le problematiche di insediamento delle attività minerarie in un contesto fortemente antropizzato, come quello del continente europeo".
E il nostro Paese come si sta muovendo? "L'Italia non può che allinearsi alle logiche dell'Ue, non per una questione politica o di dipendenza economico-finanziaria, ma perché le valutazioni degli esperti rappresentano uno stato di fatto assolutamente coerente con il quadro delle esigenze strategiche dell'industria italiana", spiega.
In questo quadro si inserisce l'iniziativa del consorzio internazionale RawMatTERS, al quale partecipa l'Enea come capofila nazionale con alcune università e industrie italiane, che ha vinto il bando europeo da 2 miliardi di euro promosso dall'Istituto Europeo per la Tecnologia e l'Innovazione.
"L'evento è certamente di grande importanza, perché offre la possibilità di approfondire alcune tematiche rilevanti nel mondo delle materie prime, di assoluta attualità con le tematiche di cui soffre la società di questi tempi", osserva Terlizzese.
"Dietro questo risultato, di grande soddisfazione, sussiste il potenziale da parte del consorzio di attrarre l'interesse di università, industrie, enti di ricerca e amministrazioni - aggiunge - con lo scopo di imprimere un importante stimolo all'innovazione metodologica e tecnologica, per garantire uno sviluppo sostenibile alle generazioni future. L'opportunità, oltre a creare soluzioni tecnologiche al passo con i tempi nel settore delle materie prime, ha tutti i requisiti per offrire spazi di crescita e nuovi posti di lavoro".
In particolare, il consorzio RawMatTERS "si pone obiettivi specifici nell'ambito delle materie prime, con il denominatore comune della sostenibilità, nei settori della ricerca, dell'estrazione, del trattamento, oltreché del riciclaggio. Ampio spazio è offerto anche a tutte le iniziative che riguardano la sostituzione. Il consorzio comprende più di 100 partner provenienti da 20 Stati membri, inclusi KGHM Polish Copper S.A., RISE Research Institute of Sweden e l'Università Bicocca di Milano. I risultati non potranno che essere assolutamente interessanti".