di Luigi Teodonio
Il costo della benzina è ormai stabile a quota 1,8 euro e noi italiani continuiamo a lamentarci per l’inesorabile aumento dei prezzi. C’è chi sta messo peggio, comunque. Come i norvegesi, per esempio che pagano 2.20 € per ogni litro di carburante. Ma peggio degli indiani, non c’è nessuno.
"Tra le prime 20, ben 15 sono europee. Solo nel sud-est asiatico i prezzi sono simili"
Horror plenii
Settimi - Con la benzina ormai stabile a quota 1,8 euro per litro - anche a causa dell’aumento delle accise voluto dal Governo Monti -, gli italiani si lamentano sempre più spesso dell’insostenibilità di questo prezzo. Tanto che nell’ultimo anno è stato registrato un calo nei consumi di carburante di circa il 7%, segno che sempre più persone lasciano l'auto nel garage. Nonostante tutti i nostri rimbrotti, l'Italia - secondo una classifica stilata in questi giorni da Bloomberg - non è la Nazione che sta messa peggio. Analizzando il prezzo e l’andamento dei costi del carburante in 60 Paesi di tutto il mondo, l’Italia conquista la settima piazza, con il prezzo della benzina che si aggira attorno agli 8.15 dollari (circa 7 euro) per gallone (1 gallone = 3.8 litri circa). Il prezzo ha fatto registrare un calo rispetto allo scorso quadrimestre di circa il 13%.
C’è chi sta peggio - Al primo posto c’è la Norvegia che, nonostante sia uno dei maggiori esportatori di greggio al mondo - primo produttore europeo - ha prezzi da capogiro. I sudditi di Re Harald V pagano oltre 10 dollari per un gallone di benzina, e un pieno per un'utilitaria - per esempio una Fiat 500 - si aggira attorno ai 100 dollari, più o meno 85 euro. Completano il podio la Turchia e Israele, con prezzi per gallone che si aggirano attorno ai 9 dollari. Da notare che le prime 20 posizioni sono monopolizzate - o quasi - da Paesi del Vecchio Continente: ben 15 rappresentanti europei, contro 2 del Medio Oriente - Israele e Turchia (comunque nell'orbita UE) e 3 del sud-est asiatico (Honk Kong, Sud Corea e Giappone).
“Pain-at-the-pump” - Se, però, si mettono in relazione prezzi della benzina e salario medio giornaliero - che percentuale dello stipendio viene speso per ogni gallone di benzina -, la classifica cambia radicalmente. Utilizzando una dicitura piuttosto simpatica - “Pain-at-the-pump”, letteralmente dolore alla pompa - gli analisti di Bloomberg stilano una seconda classifica tenendo conto di questo rapporto. In testa alla graduatoria finisce quindi l’India - altrimenti 43esima, con un consto per gallone di 4,5 dollari circa -, mentre l’Italia scende fino alla 34esima posizione.
La Norvegia abbandona la poco invidiabile prima posizione per posizionarsi al 52esimo posto, quasi il fondo della graduatoria.
L’Eden del petrolio - Un discorso a parte merita il Venezuela. Il Paese del Sud America governato ormai da quasi due decenni da Hugo Chavez, è uno dei principali esportatori di petrolio al mondo - quasi 3 miliardi di barili estratti al giorno, secondo i dati OPEC -, oltre a possedere alcuni dei giacimenti di petrolio e gas naturali più ricchi al mondo. E, anche per questo, è un vero e proprio Eden del petrolio. Diciamo anche perché in Venezuela un gallone di benzina costa 9 centesimi di dollaro (circa 2 centesimi di euro al litro) e fare un pieno costa poco più di 5 euro. Anche se il salario medio si aggira attorno ai 30 dollari, può vantare la 60esima posizione sia nella graduatoria “assoluta”, sia nella graduatoria “Pain-at-the-pump”, dove vengono tenuti in conto sia i costi del carburante che il salario medio. (sp)