Ecologia

Lotta ai cambiamenti climatici, se diminuire i gas a effetto serra fa bene all’economia

lo studio, ogni 5 dollari ne possono fruttare 11 già a partire dal decennio che inizia nel 2040

Roma, 18 lug. - (AdnKronos) - Limitare le emissioni di gas a effetto serra è un buon investimento che, per ogni 5 dollari impegnati, potrebbe fruttarne 11 già a partire dal decennio che inizia nel 2040. Insomma, diminuire i gas a effetto serra fa bene all’economia, sviluppando una serie di benefici che superano di gran lunga i costi iniziali.

Sono i risultati del progetto “Strengthening Planning Capacity for Low-Carbon Growth in Developing Asia”, contenuti nel report “SouthEast Asia and the economics of global climate stabilization” sviluppato dalla Asian Development Bank, con il cofinanziamento dei governi britannico e giapponese, con la collaborazione della Fondazione Cmcc - Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, su cinque Paesi (Indonesia, Malesia, Filippine, Thailandia e Vietnam) che insieme rappresentano il 90% delle emissioni dell’intero Sud Est asiatico.

Il progetto prende in esame le politiche di mitigazione di medio periodo (2020) che sono ufficialmente parte del piano di decarbonizzazione dei Paesi considerati e le colloca poi nell'ambito delle strategie di mitigazione su orizzonte temporale più lungo.

Concentrandosi in una regione che è in cima alle classifiche delle emissioni di gas a effetto serra degli ultimi anni, con un aumento di circa il 5% l’anno durante il ventennio 1990-2010, il progetto offre informazioni e approfondimenti su come si possa invertire questa tendenza. Stando ai risultati del progetto, i costi relativi a politiche di mitigazione oscillano tra il 2,5% e il 3,5% del Pil complessivo della regione nel periodo 2010-2050, costi che salgono se l’azione relativa alla mitigazione viene rimandata.

Ad esempio: un ritardo di dieci anni nell’implementazione di politiche e strategie coerenti con lo scenario compatibile con i 2°C, potrebbe far crescere del 60% il conto che si presenterebbe nel 2050. Tra i settori chiave interessati dalle politiche di mitigazione per i cinque Paesi considerati dal progetto, figura certamente l’uso e lo sfruttamento del suolo. Si tratta, infatti, di una regione che negli ultimi decenni è particolarmente colpita da attività di deforestazione. Fermare questo trend sarebbe un elemento cruciale per abbattere i costi della decarbonizzazione nel breve-medio periodo.

Nel lungo periodo, invece, l’abbattimento dei costi trarrebbe beneficio dall’introduzione di tecnologie nel settore energetico che mirino ad aumentare l’efficienza dei consumi, e a sostituire carburanti derivanti da fonti fossili con alternative più pulite e rinnovabili. La presenza di queste tecnologie in uno scenario che contempli un aumento di temperatura inferiore ai 2°C, richiede investimenti in ricerca pari a oltre 2 miliardi di dollari l’anno a partire dal 2020, e potrebbe potenzialmente dimezzare i costi della riduzione delle emissioni in rapporto al Pil della regione nel 2050.

Abbattere le emissioni di gas serra, dimostra lo studio, può costare assai meno ai cinque Paesi del Sud Est Asiatico di quanto speso finora in sussidi all’energia prodotta con fonti fossili. Nel 2010 i governi dei Paesi presi in considerazione dal rapporto, hanno speso più del 3% del Pil per sussidi a fonti fossili, una cifra assai superiore rispetto ai costi stimati per la riduzione delle emissioni.

Ridurre questi sussidi in modo graduale e mirato, come ha iniziato a fare l’Indonesia nel 2015 – si legge nel rapporto dell’Asian Development Bank – può liberare le risorse necessarie a finanziare una transizione a un sistema energetico a basso contenuto di carbonio.

Un ulteriore lato positivo degli investimenti per limitare le emissioni di gas serra è rappresentato dai co-benefici generati nel medio e breve periodo in termini di salute pubblica, traffico veicolare e netta diminuzione di incidenti connessi alla mobilità. Benefici, questi, che si aggiungono alla sostanziale riduzione di perdite economico-finanziarie connesse agli impatti legati ai cambiamenti climatici.

18 luglio 2016 ADNKronos
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