Nel gennaio 2013 gran parte della Cina fu coperta da una nebbia persistente che per un mese fece schizzare oltre ogni soglia di sicurezza i livelli di smog, fino a +70%, in ben 74 principali città del Paese.
Da allora le cose non sono molto migliorate, nonostante il governo cinese abbia provato con alterne fortune a limitare le emissioni dannose riversate in atmosfera. Un nuovo studio potrebbe spiegare il perché di questo buco nell'acqua. La fusione anomala dei ghiacci artici marini e l'aumento delle nevicate sulla Siberia dovuti al riscaldamento globale avrebbero sostituito le correnti che di solito ventilano la Cina, trasformandole in masse d'aria stagnante.
Aria ferma. Yuhang Wang e i colleghi del Georgia Institute of Technology di Atlanta hanno studiato i dati storici sui venti e sulle temperature dell'aria nella Cina orientale, creando un indice di stagnazione dell'aria o Pollution Potential Index (PPI). Questo valore tiene conto dell'intensità dei venti provenienti da ovest, che spingono le emissioni inquinanti fino al mare, e delle correnti verticali che favoriscono il rimescolamento dell'aria. In base al PPI, nel gennaio 2013 si registrarono le peggiori condizioni di ventilazione in tre decenni di dati.
I colpevoli. Qual era il motivo di quella stagnazione? Gli scienziati hanno considerato vari fattori, incluso El Niño e altri fenomeni circolatori su larga scala nel Pacifico, scoprendo però che i maggiori fattori che influenzano l'indice sono i livelli di ghiaccio artico marino e l'aumento di nevicate sulla Siberia (un fattore collegato allo scioglimento dei ghiacci: un Artico più umido e caldo incoraggia l'evaporazione, che fa aumentare le precipitazioni).
Cambiamento deleterio. Sarebbe stato il record minimo di ghiaccio artico marino di fine 2012 a intensificare il sistema di aria fredda sopra la Siberia, il quale, a sua volta, avrebbe spinto i venti monsonici che di solito arieggiano la Cina verso est, sul Giappone. Lo studio sottolinea l'importanza di agire su due fronti: quello della riduzione delle polveri sottili e quello della limitazione dei gas serra, che favoriscono lo scioglimento dei ghiacci.