Ecologia

Leopardo delle nevi a rischio estinzione, perso il 20% della popolazione

Roma, 23 ott. - (AdnKronos) - Un' azione internazionale deve essere condotta per salvare il leopardo delle nevi dall’estinzione, la cui popolazione è declinata del 20% negli ultimi 16 anni, e difendere dai cambiamenti climatici i fragili habitat montani himalayani, che forniscono acqua a centinaia di milioni di persone in tutta l'Asia. E’ la denuncia contenuta nel rapporto 'Fragile connections – Snow leopards, people, water and the global climate' diffuso dal Wwf.

Oltre un terzo dell’habitat dei leopardi delle nevi rischia di essere compromesso se il cambiamento climatico non verrà fermato. Secondo il Wwf, l’aumento delle temperature rischia di spostare verso maggiori altitudini il limite degli alberi e di consentire all’uomo di coltivare e allevare bestiame sempre più in alto, costringendo i leopardi delle nevi a rifugiarsi in areali sempre più ristretti e frammentati.

Inserito dall’Iucn (Unione mondiale della conservazione della natura) nella categoria “Endangered” della Lista Rossa delle specie minacciate, restano solo 4.000 esemplari di leopardo delle nevi, frazionati in popolazioni in costante declino. Un’altra specie dunque si aggiunge alla lista degli animali colpiti dal cambiamento climatico come gli orsi polari, i pinguini di Adelia, i trichechi, le pernici bianche, i fenicotteri andini. Per salvare queste specie, il Wwf ha lanciato la Campagna Clima http://www.wwf.it/clima.cfm.

L’habitat d’alta quota del leopardo delle nevi si estende su molti dei principali bacini idrografici dell'Asia, e interessa ben 12 Paesi, primo tra tutti il Nepal ma anche Cina, India, Russia, Mongolia, Pakistan e Afghanistan. Il rapporto del Wwf evidenzia come oltre 330 milioni di persone vivano nel raggio di 10 km dai fiumi che hanno origine nelle regioni dell’Asia Centrale oltre i 3.000 metri ( territori dove vivono dei leopardi delle nevi), e dipendono da loro per l’approvvigionamento dell’acqua.

Il cambiamento climatico potrebbe alterare drasticamente il regime delle acque, minacciando la sopravvivenza di un gran numero di persone in tutto il continente."Occorre un intervento urgente per frenare i cambiamenti climatici e prevenire un ulteriore degrado dell’habitat del leopardo delle nevi, altrimenti questo straordinario felino definito il 'fantasma delle montagne' potrebbe scomparire, insieme con le riserve d'acqua che sono vitali per centinaia di milioni di persone", ha detto Rishi Kumar Sharma, leader del programma sul leopardo delle nevi del Wwf.

Rishi Kumar Sharma sta coordinando la prima strategia globale mai realizzata dal Wwf per la conservazione della specie: mitigare la minaccia del cambiamento climatico, ridurre i conflitti con le comunità, la lotta al bracconaggio e il traffico di prodotti derivati.

Conosciamo appena il 14% del territorio del leopardo delle nevi: ecco perché da alcuni anni il Wwf finanzia uno specifico progetto scientifico che si avvale del sistema delle foto trappole e del monitoraggio satellitare di alcuni individui dotati di radio collare, per acquisire dati sulla biologia, le abitudini alimentari e riproduttive, la vita nel regno delle nevi ma prima di tutto sulla reale diffusione del leopardo delle nevi.

"Il cambiamento climatico rappresenta un grave rischio per questa specie e inoltre abbiamo bisogno di concentrare il nostro impegno anche su altri fattori. Il leopardo delle nevi non sopravviverà a lungo se non affrontiamo anche altre minacce, come il bracconaggio che alimenta il commercio illegale, le uccisioni da parte di pastori in segno di ritorsione a causa della perdita di animali d’allevamento e il calo di prede naturali ", ha detto Sami Tornikoski, leader dell’Iniziativa globale del WWF Living Himalayas.

Ma il tempo sta per scadere. Nel 2013, i dodici paesi dell'area in cui è presente il leopardo delle nevi hanno firmato a Bishkek un ambizioso accordo globale, lo Snow Leopard and Ecosystem Protection Program. L'accordo storico segnala un impegno senza precedenti per la conservazione di questa specie , nonché una nuova era di collaborazione tra governi, organizzazioni internazionali e gruppi della società civile.

23 ottobre 2015 ADNKronos
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