Le conseguenze del clima che cambia ci riguardano più da vicino di quanto si tenda a pensare. Presto la questione riguarderà anche la qualità del nostro sonno: nel 2050 le notti insonni dovute alle alte temperature saranno due volte più comuni rispetto a oggi. Lo sostiene uno studio dell'università di Harvard, il più ampio mai condotto sul rapporto tra sonno e riscaldamento globale.
Effetti visibili. I ricercatori hanno studiato una serie di questionari sul riposo notturno sottoposti a 765.000 cittadini statunitensi tra il 2002 e il 2011, ai quali si chiedeva quante volte avessero dormito male negli ultimi 30 giorni. La media delle risposte ha messo in evidenza che temperature notturne più alte di 1 °C rispetto alla media mensile sono collegate a tre notti di sonno inadeguato in più al mese ogni 100 individui.
Sonno funesto. Poiché le temperature globali sono già aumentate di 1 °C rispetto all'era pre-industriale, e quelle notturne stanno salendo più velocemente di quelle diurne, i nostri sonni ne stanno già risentendo.
Entro il 2050, a causa della calura ci saranno 6 notti insonni in più al mese ogni 100 persone, con le conseguenze peggiori sulle famiglie anziane o meno abbienti, quelle che in genere non possono permettersi sistemi di raffrescamento e aria condizionata.
Un terzo del campione analizzato riporta già ora disturbi del sonno, collegati a un ampio spettro di problemi per la salute, dal diabete alla depressione, alle malattie cardiovascolari.