di Peppe Croce
Gli stress test sugli impianti nucleari europei hanno rivelato che la stragrande maggioranza delle centrali non dispone di sistemi di sicurezza adeguati. In alcuni casi mancano persino i requisiti più banali.
"I reattori non sono sicuri, ma la UE non ha intenzione di chiudere impianti"
Nucleare stressato -
disastro di Fukushima in Giappone
Sicurezza dubbia - I risultati sono abbastanza chiari: su 145 reattori ben 54 sono stati costruiti senza prendere in considerazione il rischio sismico in maniera scientificamente sufficiente, cioè analizzando i terremoti piccoli e grandi avvenuti negli ultimi diecimila anni. Ben 62 reattori sono stati messi in piedi senza tener conto del rischio inondazioni, ancora una volta non calcolato su diecimila anni di storia ma su periodi molto più brevi. In caso di incidente grave è fondamentale che l'attrezzatura necessaria per le operazioni più immediate sia custodita in un luogo sicuro e facilmente accessibile, ma non è così per 81 reattori. Per 24 reattori non c'è nemmeno una sala controllo di backup, nel caso quella normalmente utilizzata abbia dei problemi seri e vada fuori uso.
Ma per l'UE va tutto bene - La cosa che lascia esterrefatti di fronte a questi dati, forniti dalle stesse autorità europee, è che l'UE non ritiene che nessuno dei 145 reattori attivi nel vecchio continente debba essere spento. Questo perché i dati raccolti verranno sottoposti alla "peer review" a inizio 2013, cioè saranno analizzati da scienziati al di fuori dalle autorità europee per essere validati. E solo nel 2014, quando la validazione sarà terminata, verranno fornite delle raccomandazioni ufficiali alle società che gestiscono le centrali nucleari e agli Stati membri dell'Unione. Di mettere in sicurezza gli impianti, quindi, non se ne parla prima di diversi anni. (sp)