Durante la raccolta del polline e del nettare le api domestiche si posano su molte specie vegetali, e per questo loro eclettismo sono preziose e indispensabili impollinatrici delle specie naturali. La morte di intere arnie, un fenomeno diffuso in America e in Europa, è quindi un grave pericolo per la biodiversità.
Una ricerca della Purdue University (Usa), pubblicato su Nature Communication (articolo completo in inglese), ha accertato che il polline raccolto nell'arco di una stagione proviene da molte specie differenti anche se le arnie in questione sono circondate da estensioni coltivate. Il problema emerso è che praticamente tutte le piante da cui le api raccolgono il polline sono contaminate da pesticidi, anche se non sono trattate direttamente.
Veleni ovunque. Christian Krupke e una sua collaboratrice, della Purdue University, hanno raccolto il polline da arnie in tre siti diversi e hanno scoperto che proviene da almeno 30 famiglie di piante, con residui di pesticidi di nove classi chimiche, dai neonicotinoidi ai piretroidi. I ricercatori hanno trovato 29 pesticidi nel polline da piante da foraggio, 29 in quello da campi di mais trattati e addirittura 31 da mais non trattato.
I piretroidi, usati di solito in casa e in giardino, sono i pesticidi rinvenuti nelle concentrazione più elevate. La loro presenza dimostra come le fonti di avvelenamento per le api non siano soltanto l’agricoltura intensiva, che usa in gran parte i neonicotinoidi, ma anche le piccole coltivazioni, gli orti e i giardini.
Non esagerare. Lo studio denuncia quindi una situazione più grave del previsto. Si riteneva infatti che l’agricoltura su larga scala, come quella tipica degli Stati centrali degli Usa, fosse la causa principale della crisi delle api. Ma la ricerca di Krupke amplia di molto il il tipo di fonti dell'inquinamento che colpisce le api. Per questo i ricercatori invitano anche chi cura orti urbani, giardini e piccoli appezzamenti a non esagerare con i pesticidi, usandoli solo quando sono realmente indispensabili.