«La lotta al global warming somiglia più a un concerto jazz, che alla lineare esecuzione di uno spartito musicale» così Massimiliano Pasqui, fisico del CNR, ha introdotto la tappa salernitana dei grandi incontri di Focus a Panorama d'Italia, caratterizzata da un dibattito su cambiamenti climatici e affidabilità delle previsioni meteo.
Per contrastare il riscaldamento globale bisogna essere disposti a cambiare le logiche interpretative, adattando i modelli a nostra disposizione ai riscontri che riceviamo continuamente dal Pianeta.
non uniforme. Il rialzo delle temperature, ascrivibile almeno per un terzo a fattori di origine antropica, non agisce ovunque allo stesso modo, ma ha effetti diversi in base all'area geografica. In Nord Europa, per esempio, assistiamo a una durata sempre più breve della copertura nevosa, che porta a un incremento delle attività agricole (ma anche a fenomeni di allagamento in primavera). Mentre alle latitudini africane e mediterranee, si osservano maggiori squilibri nel ciclo di distribuzione dell'acqua.
interpretazione. Anche elaborare previsioni meteo affidabili comporta un continuo sforzo di ricalcolo e adattamento. Abbiamo modelli matematici in grado di dare ragione di certi fenomeni, ma vanno rapportati alla morfologia del territorio, come ha spiegato Daniele Mocio, Tenente Colonnello dell'Aeronautica Militare Italiana. I modelli che abbiamo sono efficaci nel brevissimo termine, ma a distanza di qualche giorno dall'evento meteo si fanno meno precisi, perché non riescono ancora a tenere conto dei cambiamenti climatici in atto.
Azioni concrete. Giancarlo Morandi, presidente del Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo, ha ricordato come la salute della Terra passi anche dai piccoli gesti quotidiani (l'Italia è all'avanguardia nel riciclo di alcuni materiali, come il piombo). Mentre l'onorevole Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, ha ricordato la necessità di ratificare al più presto l'accordo di Parigi sul clima.