Ecologia

La pausa pranzo può essere zen, così si lavora in armonia

Prendersi tempo, anche se poco, scegliere gli alimenti buoni per il corpo e per la mente e, soprattutto, consumarli nel modo giusto. I fondamenti zen ne "L'arte di lavorare in consapevolezza" del monaco buddhista, poeta e attivista vietnamita per la pace Thich Nhat Hanh

Roma, 30 gen. - (AdnKronos) - Uno spuntino al volo continuando a lavorare, qualcosa da sgranocchiare velocemente tra un impegno e l'altro o giusto per fare qualcosa. Mangiare al lavoro spesso si riduce a questo, quando invece potrebbe essere uno dei momenti della giornata a cui dedicare particolare cura, perché in grado di contribuire a realizzare un ambiente lavorativo felice, armonico, senza tensioni.

Come? Le regole fondamentali sono: avere consapevolezza del sé, o presenza mentale; prendersi del tempo, anche se poco, da dedicare esclusivamente all'atto di mangiare; scegliere con cura gli alimenti che consumeremo durante la pausa pranzo. Alla base ci sono i fondamenti zen e a svelarli è il monaco buddhista, poeta e attivista vietnamita per la pace Thich Nhat Hanh che, costretto all'esilio, nel 1984 ha fondato una comunità di monaci e laici, il Plum Village, nei pressi di Bordeaux, in Francia, dove vive e insegna l'arte di vivere in "consapevolezza".

Ora applicata all'ambito professionale e spiegata passo dopo passo nel libro "L'arte di lavorare in consapevolezza" (Terra Nuova Edizioni).

Non fa eccezione la pausa pranzo o lo spuntino che spesso si fa solo perché ci sentiamo stressati, ansiosi o preoccupati per il lavoro e vogliamo coprire queste sensazioni spiacevoli mangiando o bevendo. Quando si sente questo impulso, il consiglio è di sedersi e respirare concentrandosi (in presenza mentale) per calmare le sensazioni di preoccupazione o di inquietudine.

Quando si mangia al lavoro la regola fondamentale è comunque quella di prendersi del tempo per pensare a cosa si sta mangiando e se il cibo che abbiamo scelto è nutriente per il corpo e lo spirito. In molte parti dell’Asia, fin dai tempi antichi, non si fa distinzione tra cibo e medicine: quel che mangiamo deve essere benefico per il corpo e la mente e dovrebbe mantenere in noi l’equilibrio e il benessere.

"Quando mangiamo e respiriamo in modo corretto nutriamo il sangue, il corpo e lo spirito; se invece non mangiamo cibi del giusto tipo, o se mangiamo troppo, questo può farci ammalare sia nel corpo che nella mente - ricorda Thich Nhat Hanh - Dovremmo scegliere con cura quel che mangiamo e masticare bene il cibo".

Ma anche gli alimenti buoni vanno mangiati con "consapevolezza". Scrive Thich Nhat Hanh: "se riesci a scegliere uno spuntino sano da mangiare al lavoro, potresti comunque mangiarlo in modo malsano, per esempio continuando a lavorare con una mano mentre reggi il cibo con l’altra. La prossima volta che fai uno spuntino al lavoro, per esempio mangiando un mandarino, per favore mettitelo sul palmo della mano e guardalo in modo da renderlo reale.

Non ci vuole tanto tempo, solo due o tre secondi".

"Guardandolo puoi vedere un bell’albero, un fiore, il sole e la pioggia, e anche un piccolo frutto che si sta formando. Puoi vedere il suo colore cambiare dal verde all’arancione, puoi vedere il mandarino che diventa dolce. Se guardi il mandarino in questo modo ti rendi conto che contiene tutto l’universo, il sole, la pioggia, le nuvole, gli alberi, le foglie, tutto quanto. Sbucciare il mandarino, annusarlo e gustarlo può renderti molto felice".

30 gennaio 2015 ADNKronos
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