Al mondo non rimane nemmeno un chilometro quadrato di oceano "intatto": ogni angolo di pianeta coperto dall'acqua subisce - in misura variabile - le conseguenze delle attività umane, dalla pesca incontrollata all'inquinamento, dall'aumento delle temperature all'acidificazione. All'annuale meeting della American Association for the Advancement of Science di Boston (Usa) un team internazionale di scienziati ha presentato dati allarmanti sullo stato di salute dei mari, illustrandolo con un planisfero sul quale i livelli di sfruttamento delle acque, quantificati percentualmente, sono rappresenti da tinte diverse. Tra le aree più coinvolte dalle attività umane spiccano i Caraibi, il Mare del Nord e il Mar del Giappone, ma neppure le acque al largo della costa orientale del Nord America e il Mediterraneo stanno troppo bene. «Queste informazioni ci permetteranno di pianificare strategie su misura per salvare gli ecosistemi», ha affermato uno degli autori dello studio. Purtroppo, però, non dipende solamente da loro. [AP - Grafica: © B.S. Halpern. Mappa dell'impatto di 17 attività umane sull'ecosistema marino. I riquadri puntano a tre aree a elevata criticità e a una delle zone meno compromesse, Torres Straight, che separa l'Australia dalla Nuova Guinea.]