L’Assemblea generale dell'Onu ha designato il 2014 «Anno internazionale dell’agricoltura familiare» ed è proprio a questo tema che si consacra la Giornata mondiale dell’alimentazione di oggi. «Agricoltura familiare: nutrire il mondo, preservare il pianeta» è il titolo dell’edizione 2014, che sta coinvolgendo istituzioni e media per celebrare e sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo strategico delle cosiddette family farms.
La Giornata mondiale dell’alimentazione è stata istituita dalla FAO per celebrare la sua fondazione, avvenuta il 16 ottobre 1945. La prima edizione si è tenuta nel 1981 e coinvolge ogni anno oltre 150 paesi che si impegnano a diffondere informazioni e sensibilizzare sul tema dell’alimentazione.
Oltre metà della produzione agricola mondiale. Il concetto di agricoltura familiare include le realtà locali che si dedicano alla coltivazione, all’allevamento e alla pesca e che da generazioni mantengono una conduzione individuale o ristretta all’ambito parentale. Ne esistono oltre 500 mila nel mondo, che compongono un patchwork di tradizioni e usanze: piccoli proprietari terrieri, contadini, popolazioni indigene, comunità tradizionali, pescatori e pastori. Inutile sottovalutare il loro potenziale, perché insieme rappresentano il 56% della produzione agricola mondiale e sono la più che valida alternativa all’agricoltura intensiva e all’allevamento industriale.
La fame si combatte così. Secondo Marcela Villarreal, direttrice dell'Ufficio per le Comunicazioni, Partneship e Advocacy della FAO: «Se vogliamo prendere seriamente la lotta alla fame dobbiamo promuovere l’agricoltura familiare come modalità di produzione, ma anche come stile di vita». Questo tipo di aziende agricole è una risorsa fondamentale perché nutre gran parte della popolazione mondiale. Per farsene un’idea basta pensare al riso: oltre 3,5 miliardi di persone basano il 20% della loro alimentazione quotidiana su questo cereale e la maggior parte della sua produzione è affidata all’agricoltura familiare, soprattutto in Asia.
Se il coltivatore è affamato. Allo stesso tempo, molte delle persone che oggi soffrono di malnutrizione – sono oltre 805 milioni, il 70% delle quali vive in zone rurali di Africa, Asia, America Latina e Medioriente – fanno parte proprio di questa categoria, ma non hanno accesso alle risorse naturali basilari (prima su tutte, l’acqua), a politiche adeguate e alle tecnologie necessarie.
Dare sostegno a tali realtà, attraverso investimenti e politiche economiche, può incrementare la loro produttività con evidenti miglioramenti nella vita della popolazione locale.
Biodiversità e sostenibilità. L’agricoltura locale è importantissima anche nella tutela della biodiversità mondiale perché conserva la varietà dei prodotti nutritivi e tradizionali; e nell’uso sostenibile delle risorse, perché si basa sull’attività di persone che conoscono profondamente la storia e la capacità produttiva delle loro terre.
E in Italia? Non dimentichiamoci che da noi la quasi totalità dell’attività agricola è familiare. Secondo l’ultimo censimento Istat sull’agricoltura le unità aziendali in Italia sono per il 96% di tipo individuale o familiare e nel 95% dei casi a conduzione diretta del coltivatore. Ma nel giro di 10 anni il numero di aziende è diminuito del 32%. In particolare, il settore zootecnico ha subìto un forte calo sotto la pressione della concorrenza internazionale e delle crisi legate alle emergenze sanitarie. Analizzando i dati è inoltre evidente che i giovani sono molto poco coinvolti nel settore, considerando che il 50% delle aziende familiari ha come capo una persona di oltre 60 anni e il 16% del totale di oltre 75 anni, il che porta a pensare che i dati continueranno a essere in calo nel prossimo futuro.
È un bene quindi che se ne parli. Il Miur intanto ha invitato le scuole primarie e secondarie a dedicare la giornata di oggi alle tematiche dell’agricoltura familiare, mentre qui potete accedere all’elenco degli eventi che la FAO ha organizzato per l'occasione.
Più sotto potete consultare un'infografica realizzata dalla Fao.