Può una GIF illustrare la complessità dei cambiamenti climatici? Sicuramente, questa elaborata da Ed Hawkins, scienziato del clima all'Università di Reading e University of Reading e autore di uno dei rapporti dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change, il gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico), li illustra con molta efficacia.
Spiralling global temperatures from 1850-2016 (full animation) https://t.co/YETC5HkmTr pic.twitter.com/Ypci717AHq
— Ed Hawkins (@ed_hawkins) 9 maggio 2016
Come si "legge". L'animazione che vedete mostra i cambiamenti globali delle temperature dal 1850 al 2016. Ogni punto della spirale indica di quanto la temperatura media di un dato mese si è scostata da un valore scelto come riferimento: in questo caso, dalla temperatura media a lungo termine registrata tra il 1850 e il 1900 (il periodo che precede il boom delle attività industriali del 20esimo secolo).
Andamento globale. Come si nota, i cambiamenti climatici non seguono un andamento lineare. Esistono piccole fluttuazioni di anno in anno, dovute per esempio alla variabilità solare, ad eruzioni vulcaniche o a cambiamenti nella quantità di calore accumulata negli strati più profondi degli oceani. Ma è il trend globale che dovrebbe importarci davvero.
Un punto di non ritorno. Infatti, ci stiamo pericolosamente avvicinando verso la soglia dei +1,5 °C rispetto al periodo preindustriale: il limite che durante la Conferenza sul Clima di Parigi (COP21) è stato più volte citato come importante da non superare (negli accordi si citano due valori: "ben sotto i 2 °C" e "sforzi per limitare la temperatura a 1,5 °C", ma, come abbiamo più volte ricordato, mezzo grado di differenza non è affatto una cosa da poco).
Più nel dettaglio. Il grafico qui sotto, sempre di Ed Hawkins, scompone la spirale in una serie di linee, una per anno. Si può osservare che l'influsso di El Niño, sommandosi alle attività antropiche, ha fatto sì che tutti gli ultimi mesi dall'agosto 2015 segnassero un record per le temperature più alte mai registrate in quel periodo.
Ancora più chiara la situazione esposta, qui sotto, mese per mese. La linea rossa tratteggiata in alto rappresenta il limite di +1,5 °C dalla temperatura media preindustriale (lo "0", nel grafico).
E se non si arresta? Sopra i +2 °C, le conseguenze sul clima terrestre sarebbero tanto drastiche quanto poco prevedibili: rapido scioglimento dei ghiacci e innalzamento del livello dei mari, erosione delle coste, migrazioni climatiche, siccità, inondazioni. Nulla che grafici così eleganti possano esprimere a pieno.