I rifiuti provenienti dall'industria elettronica sono in aumento.
In Europa produciamo 20 chili all'anno di spazzatura elettronica. Ed è in continuo aumento. |
Lo Stato della California (Usa) sta varando un decreto che per la prima volta obbliga l'industria elettronica a occuparsi dei propri prodotti anche quando diventano rifiuti. I rivendori di monitor per computer, ma anche di televisioni, dovranno aggiungere un sovrapprezzo a ogni loro prodotto, per poter far fronte alle spese necessarie per riciclare il materiale obsoleto. Il contributo richiesto all'acquirente si aggirerà intorno ai 10 euro.
Il costo effettivo del trattamento viene invece calcolato tra i 15 e i 30 euro per terminale. Secondo le stime, in America vengono gettati 10 milioni di vecchi computer ogni giorno.
Cyber spazzatura. L' Europa non è da meno: il 4 per cento del totale dei rifiuti urbani è costituito da quelli tecnologici, con una media di circa 5 milioni di tonnellate all'anno. Sono però in continua crescita. Le apparecchiature informatiche sono composte da più di mille diversi materiali, tra i quali alcuni metalli pesanti. Un pc mediamente è composto dal 22,9 % di plastica, 6,3% piombo, 20,5% ferro, 14,2% alluminio, 6,9% rame, 1% stagno, 2,2% zinco, 0,0016% oro, 24,8% silicio, oltre a tracce di cadmio, mercurio e cromo.
Sul territorio europeo, un freno alla produzione di questo tipo di rifiuti è stato proposto dal consorzio Ecoqual'It, associato a Federinformatica, in collaborazione con il Wwf Italia. Si tratta di un premio che verrà assegnato alle aziende produttrici che promuovono sistemi di produzione e smaltimento dei prodotti in sintonia con l'ambiente.
(Notizia aggiornata il 26 settembre 2002)