Roma, 17 ott. (AdnKronos) - La quantità di cibo sprecata in tutto il mondo è vertiginosa. Solo in Italia ogni anno finiscono nella pattumiera più di 5 milioni di tonnellate di prodotti alimentari. E anche se la crisi ha ridotto notevolmente le cifre degli sprechi (-30% dal 2008), ancora oggi le famiglie italiane buttano tra i rifiuti 6,5 euro a settimana di alimenti ancora commestibili. Uno scandalo dal punto di vista economico ed etico, soprattutto se si pensa che nell’ultimo anno sono aumentate del 10% le famiglie che hanno chiesto aiuto per mangiare, per un totale di 4 milioni di persone assistite con pacchi alimentari e pasti gratuiti nelle mense. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione.
Ma a livello globale la situazione è ancora più critica, con 1,3 miliardi di tonnellate di cibo (l’80% ancora consumabile) che viene gettato via e che invece potrebbe essere usato in prospettiva per far fronte ai bisogni di 805 milioni di persone nel mondo che, secondo i dati della Fao, oggi sono cronicamente sottoalimentate o malnutrite.
C’è bisogno di una maggiore consapevolezza da parte di tutti e di acquisire una coscienza solidaristica orientata a riequilibrare i mercati. Bisogna cancellare gli sprechi e cominciare a ripensare ai nostri stili e sistemi alimentari tenendo conto che nel 2050 la popolazione sarà di 9 miliardi di persone. Per questo, sottolinea la Cia, è sempre più importante che le istituzioni italiane e internazionali mettano al centro dell’agenda il cibo e l’agricoltura, promuovendo politiche che scoraggino lo spreco alimentare e lo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali come l’acqua e la terra, e garantiscano invece la sicurezza alimentare globale.