Roma, 26 ott. - (AdnKronos) - Qualità dell’aria, gestione delle acque, rifiuti, trasporto pubblico, mobilità, incidentalità stradale, energia. Mettendo a confronto, su questi indicatori, i 104 capoluoghi di provincia italiani, la città italiana in cui si vive meglio risulta essere Verbania. Il capoluogo piemontese totalizza quasi l’83% dei punti assegnabili (sui 100 relativi a una ipotetica città ideale) nella XXII edizione di Ecosistema Urbano, la ricerca di Legambiente realizzata in collaborazione con l’Istituto di ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore.
Subito dietro a Verbania vengono Trento, Belluno, Bolzano, Macerata e Oristano. Buone performance per loro, quindi, anche se il quadro che emerge dalla ricerca parla di città statiche e pigre che faticano a rinnovarsi in chiave sostenibile. Da una parte si registrano lievi miglioramenti sul fronte della raccolta differenziata, delle energie rinnovabili e dell'inquinamento atmosferico, dall’altra parte manca il coraggio di puntare sulla mobilità nuova e sugli eco-quartieri per rigenerare le periferie e rilanciare il patrimonio edilizio.
Nel complesso i protagonisti delle performance migliori sono i piccoli capoluoghi tutti al di sotto degli 80mila abitanti (Verbania, Belluno, Macerata, Oristano, Sondrio, Mantova, Pordenone) oppure le solite Trento e Bolzano, centri di medie dimensioni (con abitanti compresi tra 80mila e 200mila), e soltanto una grande città: Venezia.
In testa c’è prevalentemente il nord del Paese assieme con due città del centro Italia, entrambi piccoli centri, la marchigiana Macerata e la sarda Oristano. Le peggiori invece (le ultime cinque) sono tutte città del meridione, tre grandi e due piccole: la calabrese Vibo Valentia (101) e le siciliane Catania (100), Palermo (102), Agrigento (103) e Messina (104).
Tra le virtuose che guidano la classifica, vale la pena di citare Bolzano, unica città con solo il 30% di spostamenti urbani effettuati con mezzi privati a motore; e Macerata che arriva quinta grazie anche ai buoni risultati in tutti e tre gli indici legati all’inquinamento atmosferico, rimanendo di molto sotto le medie per le polveri sottili e il biossido di azoto e addirittura non facendo segnare superamenti delle medie nell’arco dell’anno per quel che riguarda l’ozono, indice nel quale è prima assieme a altre dodici città.
“Per sperare che le nostre città migliorino - dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - c’è una sola strada. Fare la scelta strategica, con i ministeri interessati coordinati da una vera cabina di regia, di fare dell’innovazione urbana e del miglioramento della vita in città la vera grande opera pubblica".
"La trasformazione delle città - sottolinea Cogliati Dezza - è una grande sfida che intreccia nuovi bisogni con cambiamenti istituzionali e organizzativi con sviluppo di nuove filiere industriali e passa dalla messa in sicurezza dalle catastrofi naturali, dal rilancio della vita sociale nei quartieri, dalla valorizzazione della cultura, dalla riqualificazione energetica, dall’arresto del consumo di suolo, dagli investimenti nel sistema del trasporto periurbano, dal sostegno alla mobilità nuova".
"Una scelta politica che andrebbe nella direzione dell’interesse generale: si crea lavoro migliorando il benessere e mettendo al sicuro le nostre città. Questa sì sarebbe un’ottima carta con cui l’Italia, patria dei liberi comuni, si potrebbe presentare a Parigi, nella prossima COP 21 a dicembre”, conclude.