Un gruppo di ricercatori americani ha sviluppato una speciale plastica biodegradabile a partire dagli scarti della macellazione animale. Ecolgica o agghiacciante? E tu? Ti compreresti un casco o un paio di sci in bioplastica di mucca? (Focus.it, 1 aprile 2011)
Del maiale, si sa, non si butta via niente. Ma neanche della mucca, del pollo, del coniglio, nè di tutti gli altri animali che, loro malgrado, finiscono sulle nostre tavole.
Un gruppo di ricercatori della Clemson University (South Carolina) ha messo a punto un nuovo tipo di plastica ecologica e biodegradabile utilizzando come materia prima, al posto del petrolio, una farina ottenuta da ossa animali, ritagli di carne e avanzi di macelleria assortiti.
Eco-mostri?
Fehime Vatansever e i suoi colleghi hanno mixato la farina animale con polietilene, una plastica dura comunemente impiegata nell'industria, nella produzione di sci e di attrezzi sportivi.
Il nuovo biomateriale ha la stessa durata e resistenza del comune politetilene ma, almeno in parte, è completamente biodegradabile.
Le farine animali sono un prodotto a basso costo e disponibile in grandi quantità: ritenute responsabili della diffusione dell’encefalopatia spongiforme bovina, o morbo della mucca pazza, fino a qualche anno sono state comunemente impiegate per l’alimentazione degli animali da carne perchè ricche in proteine.
Oggi sono state messe al bando in tutti i paesi occidentali e, tranne una piccola parte che viene utilizzata come fertilizzante, vengono smaltite in speciali discariche.
Ma la plastica animale è quindi pericolosa? «No», spiegano gli esperti, «perchè il processo industriale impiegato nella produzione rende del tutto inattivo il prione respnsabile della malattia».
Eppure siamo convinti che questo tipo di ecoplastica non incontrerà il favore di molti ecologisti...
La bioplastica animale: ecologica ma...
