Ecologia

La banca mondiale dei semi si è allagata

Nemmeno il bunker apparentemente inviolabile delle Svalbard può sottrarsi agli effetti del riscaldamento globale: un'ondata di caldo anomalo ha causato la prima infiltrazione.

Le abbiamo affidato buona parte della sicurezza alimentare mondiale, sigillando al suo interno 500 milioni di semi, tra i più rari e fondamentali del Pianeta.

Eppure anche la Global Seed Vault, la banca mondiale dei semi tra i ghiacci delle isole Svalbard, ha dovuto piegarsi alle conseguenze del clima che cambia. Venerdì ha lasciato il mondo con il fiato sospeso, quando un'infiltrazione d'acqua è riuscita a farsi largo nel tunnel di ingresso lungo 100 metri della struttura.

Salvi. Fortunatamente l'evento non ha intaccato i campioni di semi, sigillati in buste a prova di umidità in un bunker alla fine della galleria, in una zona rialzata e protetta da due pompe studiate per rimuovere ogni possibile traccia d'acqua.

I semi sono sigillati, protetti in un bunker rialzato e conservati a -18 °C. Rimane altamente improbabile che l'acqua possa raggiungerli. © Global Crop Diversity Trust

E se non fossimo stati lì? Ma in ogni caso, è un episodio che fa riflettere: il luogo in cui si trova la "cassaforte" è stato scelto apposta per le rigide temperature, che le consentono di operare in condizioni di refrigerazione naturale, senza bisogno di grandi dispendi energetici. Inoltre la banca è pensata per funzionare anche senza la supervisione umana, per proteggere i semi proprio dagli effetti - anche ben più catastrofici - del riscaldamento globale. Se è accaduto questo ora, che cosa potrebbe succedere in futuro?

Condizioni eccezionali. Le temperature anomale dell'anno più caldo di sempre - il 2016 - hanno causato intense precipitazioni e lo scioglimento dei ghiacci laddove si sarebbero dovute registrare, invece, moderate nevicate. «Non avevamo previsto che il permafrost potesse non esserci più, e che avremmo dovuto sopportare condizioni meteo estreme come queste» ha detto Hege Njaa Aschim, responsabile della struttura per il governo norvegese.

Un gelido benvenuto. L'acqua di fusione è così penetrata nel tunnel di ingresso dove è subito ghiacciata, prima ancora di riuscire a raggiungere la cassaforte (dove la temperatura è, comunque, di -18 °C: non riuscirebbe a minacciare i semi ancora allo stato liquido).

Nuove barriere. I responsabili del bunker stanno ora correndo ai ripari: il tunnel verrà ulteriormente impermeabilizzato, e si scaveranno, nella montagna, alcuni canali per far drenare l'acqua di scioglimento prima che possa raggiungere l'entrata.

22 maggio 2017 Elisabetta Intini
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