di Luigi Teodonio
Montagne incontaminate, acqua pura, paesaggi sconfinati. Ma la realtà dell’abbigliamento tecnico da montagna è ben diverso. Una ricerca commissionata da Greenpeace Germania svela che il guardaroba dei più importanti marchi sul mercato è altamente tossico.
"La Germania è il primo mercato europeo per questa tipologia di capi d’abbigliamento"
Tossici
molte delle aziende del settore utilizzerebbero materiali altamente tossici
Roba grossa - Tra i capi presi in esame, infatti, troviamo giacconi della North Face, Patagonia, Jack Wolfskin e Fjällräven. Per tutti, i risultati sono stati piuttosto simili, se non identici. Tutti i capi contengono PFOA (Acido Perfluoroottanoico), un componente chimico utilizzato per rendere idrorepellenti le superfici dei giacconi. Peccato che questo prodotto sia tossico e cancerogeno. I giacconi da bambino della Seven Summit contengono invece il più alto livello di composti perfluorurati, tensioattivi tessili estremamente dannosi per gli organismi acquatici e con proprietà estrogeniche. Ftalati, sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino, sono state trovati in gran quantità in un poncho da bimbo prodotto dalla Northland.
L’appello di Greenpeace - L’organizzazione ambientalista teutonica, dopo aver reso noti questi risultati, invita l’industria dell’abbigliamento tecnico a rivedere la politica di utilizzo di queste sostanze tossiche. «Le società che producono capi per la montagna pubblicizzano i loro prodotti utilizzando immagini di natura incontaminata. Ma la verità - afferma Manfred Santen di Greenpeace Germania - è che le sostanze tossiche utilizzate nella produzione dei loro capi d’abbigliamento inquinano l’ambiente, le acque e, alla fin fine, anche l’uomo». (sp)