Ecologia

Dal Kilimangiaro alle Alpi: i ghiacciai che perderemo entro il 2050

Alla vigilia della COP27 (6-18 novembre 2022) un rapporto UNESCO elenca i ghiacciai Patrimonio mondiale che spariranno nei prossimi 30 anni, ma anche quelli che possiamo salvare.

Gli ultimi ghiacciai d'Africa fanno parte di una lista di distese di ghiaccio Patrimonio dell'Umanità destinate a scomparire entro il 2050. Da qui a 30 anni i ghiacciai presenti in un terzo dei siti protetti dall'UNESCO sono condannati a sparire, a prescindere dagli sforzi messi in campo per contenere le temperature globali.

L'elenco include siti iconici amati dai turisti o sacri per le popolazioni locali, come i ghiacciai sul Monte Kilimangiaro, in Tanzania, o quello sul Monte Kenya, gli ultimi rimasti in Africa, ma anche - per rimanere vicini a casa -  i ghiacciai delle Dolomiti che abbiamo visto così instabili negli ultimi mesi.

Il peggio si può evitare. Ma il rapporto che arriva alla vigilia della COP27, la Conferenza delle Parti sul clima che si svolge dal 6 al 18 novembre al 2022 a Sharm El Sheikh, in Egitto, non cede alla rassegnazione: è piuttosto una chiamata ad agire, perché è ancora possibile salvare i rimanenti due terzi dei ghiacciai-patrimonio, a patto che l'aumento delle temperature medie globali resti contenuto a quei +1,5 °C rispetto all'era pre-industriale che la scienza ha individuato come soglia da non superare.

Patrimonio inestimabile. Cinquanta siti protetti dall'UNESCO si trovano a quote abbastanza elevate da ospitare distese di ghiaccio: il rapporto conta in totale 18.600 ghiacciai, 66.000 km quadrati in tutto, il 10% dell'intera superficie dei ghiacciai terrestri. Appartengono a questa schiera alcuni ghiacciai da record come il più alto (sul Kilimangiaro), il più lungo (in Alaska) e altri meno famosi ma non meno importanti bacini d'acqua ghiacciata che garantiscono la sicurezza idrica delle popolazioni vicine: se scomparissero, l'accesso ad acqua pulita nella stagione calda non sarebbe più garantito.

Emorragia in corso. Il nuovo rapporto dell'UNESCO in collaborazione con l'International Union for Conservation of Nature (IUCN) conferma che questi ghiacciai si sono ritirati a ritmi accelerati dal 2000 ad oggi, dopo un periodo di relativa stabilità concluso 70 anni fa, a causa delle emissioni di CO2 che stanno riscaldando le temperature atmosferiche. Solo nei siti Patrimonio dell'Umanità si perdono 58 miliardi di tonnellate di ghiaccio all'anno, l'equivalente del consumo idrico annuale di Francia e Spagna. L'acqua di fusione di questi ghiacciai è responsabile di quasi il 5% dell'aumento del livello del mare osservato negli ultimi 20 anni.

Perdite in ogni continente. Tra i ghiacciai che dobbiamo rassegnarci a vedere solo in foto troviamo quelli nell'Area protetta dei Tre Fiumi paralleli nello Yunnan, in Cina, che nella lista sono quelli che stanno andando incontro alla fusione più rapida.

Inoltre i ghiacciai del Mont Perdu nei Pirenei, tra Spagna e Francia; quelli del Los Alerces National Park in Argentina; quelli dell'Huascaran National Park (Perù); quelli nel Parco Nazionale dello Yellowstone e in quello di Yosemite (Stati Uniti); quelli di Te Wahipounamu (Nuova Zelanda).

Niente ghiaccio, niente cibo. Lo studio, basato su proiezioni elaborate a partire da dati satellitari, specifica che a fare le spese di queste perdite saranno soprattutto le comunità locali e le popolazioni indigene, che contano sui ghiacciai per ricavare acqua per irrigare e che vedono minacciata la propria sicurezza alimentare.

Diamoci da fare. «I ghiacciai sono uno dei validi indicatori dei cambiamenti climatici perché sono visibili» spiegano gli autori del lavoro. «(La loro scomparsa) è qualcosa che possiamo davvero veder succedere». Se nulla ormai possiamo fare per proteggere ciò che è destinato a scomparire, possiamo però ancora provare a salvare la maggior parte degli altri ghiacciai, anche i meno famosi, impegnandoci a limitare le emissioni dannose e a esercitare pressione sulla politica affinché prenda decisioni climatiche coraggiose.

6 novembre 2022 Elisabetta Intini
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