Come ogni anno lo IUCN, International Union for the Conservation of Nature, ha pubblicato la lista rossa delle specie a rischio, una specie di check-up ambientale a 360° che sintetizza in poche pagine lo stato di salute del nostro pianeta.
Nel complesso la situazione è tutt'altro che rosea: quasi un quarto delle specie di mammiferi attualmente viventi è in serio pericolo e nel giro di pochi anni potrebbe scomparire definitivamente, proprio come successo al rinoceronte nero occidentale (Diceros bicornis longipe) dichiarato ufficialmente estinto all'inizio di novembre.
Lista rossa... di vergona?
Ma non sono solo i grandi mammiferi a essere in pericolo: secondo gli esperti dello IUCN in Madagascar il 40% dei rettili, elemento fondamentale della biodiversità di questa grande isola, è in pericolo e 22 specie rischiano l'estinzione nel giro di qualche anno.
Non se la passano meglio le piante: anche se lo studio annuale dello IUCN non dedica ai vegetali tutta la dovuta attenzione, non mancano le evidenze di una situazione disastrosa anche per alberi, fiori e arbusti vari. Particolarmente critica sembra essere la situazione di alcune grandi conifere asiatiche come la Glyptostrobus pensilis fino a pochi anni fa diffusissima in Cina e Vietnam e oggi quasi del tutto scomparsa a causa dell'espansione delle attività umane e dell'allagamento di grandi vallate per costruire imponenti bacini idroelettrici.
E rischiano di cambiare definitivamente aspetto anche alcun tra i più suggestivi paradisi tropicali come le isole Seychelles: il 77% delle specie vegetali endemiche è nella lista delle piante minacciate.
Mare in pericolo
Vita dura anche per i pesci, primi tra tutti i tonni, i pesci spada, i marlin e tutti gli altri grandi animali marini destinati alle nostre tavole: delle 8 specie di tonno conosciute 5 sono fortemente minacciate dalla pesca intensiva e dalle reti illegali. Ma rischiano l'estinzione anche le mante giganti e gli squali, questi ultimi vittime della crudele pratica del finning.
«Il rapporto dello IUCN è un indicatore dello stato di salute della biodiversità. Sappiamo che le politiche di conservazione possono funzionare solo se sono portate avanti con costanza, con l'appoggio della classe politica e con sforzi, non solo economici, mirati e finalizzati» ha commentato Jane Smart, responsabile dello IUCN Global Species Programme.
Le buone notizie
E in effetti il rapporto segnala anche numerosi casi di successo, in cui gli sforzi per la salvagaurdia dell'ambiente sono stati ampiamente ricompensati.
Il cavallo di Przewalski per esempio, dichiarato estinto nel 1996 è stato recuperato grazie alla passione di alcuni allevatori che detenevano in cattività alcuni stalloni e qualche fattrice.
Ma anche il rinoceronte bianco (Ceratotherium simum simum) la cui popolazione alla fine dell'800 era di poche decine di individui, oggi conta più 20.000 esemplari grazie alle politiche di tutela e conservazione.
«Siamo custodi della Terra e abbiamo il dovere di tutelare le specie con le quali condividiamo il pianeta» ha dichiarato ai media Simon Stuart, Presidente dello IUCN Species Survival Commission.