di Peppe Croce
L'impronta ecologica del nostro paese è tra le più alte nella regione del Mediterraneo ed è cresciuta esponenzialmente negli ultimi 50 anni. Se tutti vivessimo così servirebbero quattro pianeti.
"Dal 1961 al 2008 il deficit ecologico dell'Italia è cresciuto del 230%"
Siamo in rosso -
impronta ecologica delle società moderne
Numeri terribili - Il nostro paese, per la precisione, considerando questi 47 anni, ha aumentato il suo debito ecologico del 230%. Con un ulteriore crescita incredibile dal 2008 a oggi: +150%. Tra i paesi del Mediterraneo peggio dell'Italia fa solo la Francia, con il 21% del debito ecologico totale. L'Italia è al 18% e la Spagna al 14%. Le tre maggiori economie che si affacciano sul Mediterraneo, quindi, ne stanno letteralmente prosciugando le risorse: aria, cibo, energia, rifiuti, in tutti questi settori siamo oltre il limite consentito dalla natura.
Oltre il PIL - Secondo il WWF la colpa degli sprechi è di un'errata visione dello sviluppo, basata essenzialmente su un solo fattore: il PIL, cioè il prodotto interno lordo. Che è un fattore buono per misurare la crescita economica ma che, purtroppo, non considera per nulla le ricadute ambientali dell'economia stessa. Si può far crescere a dismisura l'economia - e quindi anche il PIL - ma vivere peggio: cosa ce ne facciamo di mille euro in più nello stipendio se poi le città in cui viviamo sono martoriate da traffico e smog? Cosa ce ne facciamo di un'auto più grande e lussuosa se poi non abbiamo il carburante per farla circolare? A cosa serve cambiare beni di consumo a ritmo forsennato se poi siamo sommersi dalla spazzatura? Tutto questo rientra nel nostro debito ecologico, che è ormai troppo elevato per essere ignorato. (sp)