Trento, 7 giu. - (AdnKronos) - Polveri sottili, emissioni elettromagnetiche, inquinanti derivati da vernici e materiali minacciano il benessere domestico e degli ambienti chiusi in cui trascorriamo l’80% del tempo, tra casa, scuola e ufficio. Per conoscere le condizioni ambientali e la salubrità di questi luoghi è nata UpSens, una start up innovativa con sede legale ed operativa a Trento, che ha ideato una linea di sensori intelligenti per monitorare i parametri ambientali e rilevare la presenza di sostanze contaminanti.
Non uno strumento per addetti ai lavori ma un dispositivo elettronico per i comuni cittadini, UpSens è in fase di industrializzazione e sarà sul mercato da inizio 2017 a partire da "Air" che monitora la qualità dell’aria indoor, e Wave che rileva i campi elettromagnetici. Successivamente arriveranno anche altri apparecchi per misurare le proprietà organolettiche di cibi e bevande, il livello di radiazioni o le polveri sottili.
I dati rilevati dai sensori vengono condivisi e messi a disposizione in modo da avere un quadro della qualità dei parametri misurati anche a livello di zona e di quartiere.
"Al momento stiamo cercando partner per ottimizzare la fase d’industrializzazione e marketing. Per fare questo abbiamo lanciato un’iniziativa di equity crowdfunding - spiega Alfredo Maglione, presidente di UpSens - Si tratta di una raccolta fondi da parte di investitori, attraverso un sito web". La raccolta quote è stata lanciata sul portale www.starsup.it.
Perché è importante monitorare l'inquinamento indoor? Secondo l’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno 4 milioni di persone muoiono prematuramente in tutto il mondo per inquinamento indoor. Il 50% delle malattie polmonari dei bambini sono causate dal particolato che si accumula tra le pareti di casa e scuola.
I dati sull’elettromagnetismo non sono ancora scientificamente accurati, ma gli studi più recenti dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) hanno classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come “possibilmente cancerogeni per l’uomo”, allocandoli così nel Gruppo 2B del sistema di classificazione della Iarc, ovvero non esiste una correlazione diretta, ma c’è una certa possibilità che influenzino l’insorgere del cancro.