Ecologia

Industria conciaria 'green', Enea coordina il programma Ue

Lifetan in due anni punta a rivoluzionare in chiave ecosostenibile il settore

Roma, 1 giu. - (AdnKronos) - Sostituire sostanze tossiche con scarti di origine naturale, ridurre l’uso di cloro e risparmiare fino al 20% di acqua nelle lavorazioni. Parte il progetto europeo Lifetan (Eco-friendly tanning cycle), coordinato dall’Enea, che in due anni punta a rivoluzionare in chiave ecosostenibile l’industria conciaria europea.

Finanziato dall'Ue con uno stanziamento di oltre 500mila euro, per sostituire prodotti chimici e derivati del petrolio con sostanze naturali da scarti animali (pollina) e rifiuti agro-industriali in alcune fasi di lavorazione del pellame (macerazione, sgrassaggio, tintura, ingrasso e concia).

L'Enea lavorerà con i quattro partner del programma scientifico (due centri di ricerca, il Cnr-Iccom di Pisa e lo spagnolo Inescop, e due concerie, l’italiana Newport e l’iberica Tradelda Sl) per arrivare a una produzione ecosostenibile ed economicamente conveniente per le aziende del settore.

Il progetto punterà alla sostituzione delle sostanze nocive come il cromo e alla riduzione della percentuale di cloro con sei nuove formulazioni 'ecofriendly', utilizzando rifiuti e sottoprodotti di origine naturale. Ma non solo: 20% di acqua in meno nel processo di lavorazione della pelle e stessa percentuale di riduzione delle sostanze inquinanti nelle acque di scarico, maggiore biodegradabilità delle molecole utilizzate e 50% di assorbimento in più dei prodotti green rispetto a quelli attualmente impiegati.

Ma c’è di più: il team di ricerca e industrie punterà a conquistare il marchio Ecolabel per il settore europeo della calzatura grazie ai nuovi processi e prodotti ecofriendly. L'industria conciaria europea, localizzata per il 70% in Italia e in Spagna, rappresenta una quota significativa della produzione mondiale ed è un importante settore economico per l'intera Unione.

I tradizionali processi di produzione del cuoio hanno un notevole impatto ambientale per l’impiego massiccio di sostanze tossiche (ad esempio le cloroparaffine) e non biodegradabili, come i prodotti utilizzati per reintrodurre i grassi nel pellame dopo la concia. Per non parlare dei prodotti semilavorati o finiti che contengono metalli tossici, il cromo in particolare, che rendono difficile il riciclo e lo smaltimento.

“L'intero settore – spiega Alice Dall’Ara del Laboratorio Enea TEcnologie dei MAteriali di Faenza e responsabile del progetto Lifetan - ha bisogno di migliorare in modo significativo la sostenibilità ambientale dei propri processi, senza alterare la qualità di una produzione riconosciuta in tutto il mondo”.

Fattibilità tecnica ed economica procederanno per gradi: si partirà dalla sperimentazione in laboratorio, per passare ad una fase pre-industriale con attività di formazione per i conciatori spagnoli e italiani e arrivare infine alla produzione su scala industriale nelle due concerie partner.

1 giugno 2016 ADNKronos
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