Ecologia

Indri, il lemure che canta a rischio estinzione

Le sue canzoni allo studio dei ricercatori per salvare la specie

Roma, 3 ott. - (AdnKronos) - Rischia di scomparire dalla faccia della terra l’Indri, il lemure che canta. Non in senso lato: questa specie canta davvero, e lo fa per comunicare con il suo e con gli altri gruppi. L’Indri, il più grande di tutti i lemuri e l’unico in grado di cantare, vive in Madagascar, nella Foresta Pluviale degli Alberi Dragoni divenuta area protetta nel 2015, ma è gravemente minacciato di estinzione essendo fallito ogni tentativo di essere allevato in ambiente controllato. Nel tentativo di preservarne il patrimonio genetico, i ricercatori hanno scelto di studiarne le canzoni per conoscerne il comportamento e le necessità.

“L’Indro è un animale leggendario con molte caratteristiche vicine agli esseri umani e ha una delle forme di comunicazione più complesse tra quelle scoperte finora: un canto fatto di molte note diverse che questa specie è in grado di organizzare e strutturare”, spiega Cristina Giacoma, direttore dipartimento Scienze della Vita dell’Università di Torino.

Note di tipo armonico che si ripetono con uno schema ben preciso in una struttura grammaticale complessa ed esatta. “Il canto – aggiunge Giacoma - non è solitario ma esiste una sincronizzazione di coppia e i giovani si inseriscono all’interno di questo coordinamento di coppia con delle regole loro. Questo vuol dire che non solo il canto serve a regolare i rapporti con i gruppi vicini, perché si può sentire anche a 4 km di distanza, ma anche a regolare i rapporti all’interno del gruppo”.

Un canto allo studio dei ricercatori, dunque, che pensano di poterne ricavare notizie fondamentali per conoscere le abitudini e l’organizzazione sociale di questa specie. E non solo: “Stiamo lavorando sulla possibilità che nuove coppie si formino riconoscendosi e piacendosi al canto più che incontrandosi”. Esiste infatti una reciprocità ben determinata soprattutto tra maschio e femmina dominante, che si sovrappongono in canti molto profondi.

Programma di analisi del suono alla mano, i ricercatori hanno iniziato a decodificare ogni canto, descrivendone la struttura delle frasi e isolandone ogni nota. “Siamo rimasti stupiti dalla diversità di note che gli Indri organizzano in vere e proprie strutture di comunicazione”. Un anno fa, l’unica stazione di ricerca italiana in Madagascar festeggiava l’istituzione della Foresta pluviale degli Alberi dragoni ad area protetta, offrendo una speranza di salvezza alle 13 specie di lemuri presenti nei 1.600 ettari.

Oggi Parco Natura Viva di Bussolengo e Università di Torino, protagonisti di quel successo grazie ad un decennio di attività sul campo, avanzano uno studio che non ha precedenti, pubblicato sulla rivista scientifica “Frontiers in human neuroscience” e portato all’attenzione dell’Italia durante il VII Convegno della ricerca scientifica nei parchi, in corso proprio al Parco Natura Viva di Bussolengo dove si sono incontrati 130 partecipanti tra studenti provenienti da 10 Università italiane (Bologna, Milano, Padova, Parma, Torino, Firenze, Trento, Roma, Perugia e Exter), ricercatori, accademici e conservazionisti internazionali.

3 ottobre 2016 ADNKronos
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