Ecologia

Inceneritori contro cementifici? Per Federambiente gli obiettivi sono diversi/ Video

Nessuna concorrenza per il presidente, Filippo Brandolini che in relazione allo Sblocca Italia spiega: “gli impianti di incenerimento devono essere pianificati su base nazionale; si deve utilizzare al meglio il sistema impiantistico già esistente e riequilibrare la situazione nazionale"

Roma, 4 mar. - (AdnKronos) - Inceneritori contro cementifici? La partita non c'è ma bisogna tener conto che le esigenze sono diverse. Non ha dubbi il presidente di Federambiente, Filippo Brandolini che all'Adnkronos spiega: “sicuramente i cementifici possono integrare gli atri sistemi di smaltimento rifiuti ma è evidente che il sistema è pianificato e programmato sulla base di esigenze aziendali e sulla base del mercato del cemento che non sempre può corrispondere alle esigenze di trattamento di rifiuti”. (Video)

Per cui, aggiunge Brandolini, “bisogna tener conto di questi aspetti ma sicuramente si possono attivare collaborazioni ” anche perché bruciare i Css nei cementifici “è una prassi molto consolidata negli altri paesi europei su livello sia quantitativi e percentuali molto più elevati”. Nessuna concorrenza, dunque, tra inceneritori e cementifici, con buona pace degli ambientalisti che però con lo 'Sblocca Italia' temono di vedere nascere nuovi impianti di incenerimento.

Con lo Sblocca Italia, afferma Brandolini, “gli impianti di incenerimento devono essere pianificati su base nazionale e si affermano due concetti uno di utilizzare al meglio il sistema impiantistico già esistente quindi ridurre la necessità di ulteriori impianti, e di riequilibrare la situazione nazionale realizzando gli impianti là dove mancano”.

Il tutto con una precisazione “gli impianti di incenerimento non sono un'alternativa alla raccolta differenziata e al riciclo ma devono essere alternativi allo smaltimento in discarica ancora prevalente”. Secondo il Rapporto Ispra-Federambiente sul “Recupero energetico dai rifiuti urbani in Italia”, al primo dicembre 2013 sono operativi in tutto il territorio 45 impianti di incenerimento per una capacità di trattamento di 7,3 milioni di tonnellate all’anno, una capacità termica di 3.045 MW e una potenza elettrica installata di 848 MW.

Nessun impianto italiano tratta ormai i rifiuti senza recuperare energia. Nel dettaglio 28 impianti (con 56 linee) si trovano nelle regioni del Nord, 9 (con 16 linee) in quelle del Centro e 8 (con 16 linee) in quelle del Sud. Complessivamente, nel corso dell’anno passato, è stato inviato a incenerimento il 18,2% dei rifiuti urbani prodotti in Italia.

“Nel corso degli ultimi anni, sottolinea Brandolini, sono stati ristrutturati alcuni impianti e ne sono stati realizzati di nuovi. Ristrutturazioni e realizzazioni che sono state fatte con le migliori tecnologie disponibili, una maggiore efficacia in termini di capacità impiantistica, maggiore efficienza di produzione elettrica e termica e migliori performance in termini di impatti ambientali”. Quanto agli impianti piccoli e più anziani “sono fermi o sono stati dismessi”. Sul versante delle emissioni in atmosfera, “l'incenerimento dei rifiuti negli ultimi 20 anni ha registrato una riduzione enorme di emissioni in atmosfera”.

4 marzo 2015 ADNKronos
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