Un'epidemia di incendi disseminati da un estremo all'altro del Canada ha sospinto un'aria densa di fumo oltre i confini e verso il nordest degli Stati Uniti, costringendo milioni di persone a non uscire di casa o farlo soltanto indossando una mascherina.
Il fenomeno ha creato particolare allarme a New York, catapultata in poche ore in uno scenario apocalittico, con cieli arancioni di fumo e di cenere e l'odore continuo di bruciato che ha avvolto ogni cosa. In poche ore, la qualità dell'aria nella Grande Mela ha raggiunto livelli di pericolosità che non si registravano da almeno due decenni.
Lo zampino del global warming? All'origine della foschia surreale che ha svuotato le strade di New York catapultandole in un clima da lockdown ci sono sono i circa 400 incendi divampati in territorio canadese (soprattutto nel Quebec) che hanno già inghiottito oltre 39.600 km quadrati di foreste, più di 10 volte quelle bruciate lo scorso anno a quest'ora. Il fumo si è propagato verso la costa orientale degli USA, dagli Stati di New York a Washington, spingendosi a ovest fino al Minnesota.
Secondo gli scienziati climatici, le alte temperature e la siccità rese più probabili dal riscaldamento globale e di recente sperimentate dal Canada hanno reso le foreste più vulnerabili agli incendi, asciugando erba e aghi di pino caduti a terra, che hanno fatto da miccia per il propagarsi delle fiamme.
Tutti al riparo. Mentre in Canada gli incendi hanno costretto decine di migliaia di persone ad evacuare, diverse città degli USA a partire da New York sono state investite da dense nubi arancioni di fumo e cenere che hanno fatto precipitare le temperature ben al di sotto di quelle estive degli ultimi giorni e hanno creato grande preoccupazione per la salute degli abitanti.
Le autorità hanno chiesto ai cittadini di restare il più possibile al chiuso, le scuole hanno cancellato le attività all'aperto, i voli hanno accumulato ore di ritardo, eventi sportivi e culturali sono stati rimandati, zoo e mercati all'aperto hanno serrato i battenti, mentre chi non poteva fare a meno di uscire è stato invitato a farlo indossando mascherine di buona qualità come le N95.
Non uscite. A New York, l'indice di qualità dell'aria calcolato dall'EPA, l'agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente, ha raggiunto in breve valori superiori a 400, definiti "pericolosi" per tutti (prima l'aria era "solo" malsana, ossia preoccupante per i più vulnerabili).
Mentre scriviamo il valore della qualità dell'aria nella Grande Mela sul calcolatore del governo federale AirNow è di 466 ("Ognuno dovrebbe restare a casa e ridurre i livelli di attività").
Per le autorità sanitarie il fumo degli incendi può causare sintomi come un aumento degli accessi al Pronto Soccorso per mal di testa improvvisi, bruciore agli occhi, tosse, vertigini, tachicardia e dolore al petto. Il problema è soprattutto la concentrazione molto elevata di polveri sottili (PM2.5) capaci di penetrare negli alveoli polmonari e diffondersi nella circolazione sanguigna.
Nei panni degli altri. Questi livelli di allarme, inediti per i newyorkesi - non si registravano valori così bassi dal 1999 - sono ormai una nuova norma in megalopoli asiatiche assai inquinate come Giacarta o Nuova Delhi. In Asia Meridionale si trovano 9 tra le 10 città con il peggiore inquinamento atmosferico al mondo, e qui i livelli persistenti di smog pericoloso sono all'origine di 2 milioni di morti precoci ogni anno. A New York la situazione critica potrebbe protrarsi fino al weekend.