Le foreste europee sono in espansione anno su anno, dicono i dati: tra il 1990 e il 2015 la superficie forestata del continente è cresciuta di 90.000 km2, stando ai numeri comunicati dai singoli Stati membri. Questo però non significa che non siano sotto attacco, anzi: le immagini satellitari raccolte dal Global Forest Change, e analizzate in uno studio pubblicato su Nature, dimostrano che le foreste europee sono sempre più soggette a tagli a scopo commerciale, con un aumento di quasi il 50% della deforestazione tra il 2016 e il 2018 rispetto ai cinque anni precedenti.
Alberi e biomassa. Lo studio incrocia due categorie di dati. Da un lato ci sono quelli già citati del Global Forest Change, immagini satellitari che considerano "foreste" solo quelle con alberi più alti di cinque metri. Dall'altro ci sono le stime sulla biomassa forestale presente sul continente, che considerano invece tutto il legno indipendentemente dalla sua provenienza. Il risultato di questo confronto, che ha coinvolto 26 Paesi europei in un periodo che va dal 2004 al 2018, dice che negli ultimi anni c'è stata un'accelerazione nel taglio di foreste: tra il 2016 e il 2018 si sono tagliati il 49% di alberi in più, e si è perso il 69% di biomassa in più, rispetto al periodo compreso tra il 2011 e il 2015.
Le cause e i luoghi della deforestazione. La metà circa di questi tagli sono avvenuti in Svezia e Finlandia, e secondo gli autori dello studio il motivo sarebbe da ricercare sia nella produzione di carburante (molte delle foreste svedesi e finlandesi stanno raggiungendo in questi anni l'età della maturità per il taglio) sia nella crescente richiesta di prodotti in legno; si tratta però per ora solo di ipotesi, come sono ipotesi quelle relative agli effetti di questi tagli sulla liberazione di gas serra in atmosfera: le foreste europee stanno contemporaneamente crescendo e venendo tagliate sempre di più, e ancora non è chiaro se il bilancio totale sia positivo o negativo per l'ambiente. Nello studio si legge comunque che se i tagli dovessero continuare a questo ritmo, sarà impossibile raggiungere la neutralità climatica nel 2050 senza mettere in atto altre politiche di riduzione delle emissioni.