Roma, 25 ott. - (AdnKronos) - Le imprese globali hanno iniziato la transizione verso un mondo a basse emissioni di carbonio: circa l’85%, infatti, ha già definito specifici target di riduzione. E quelle italiane sono in linea con la media globale: l’86% ha già almeno un target in atto per ridurre le proprie emissioni di gas serra, rispetto alla media globale dell’85% e quella europea del 92%.
Eppure, un numero significativo di aziende rischia di essere lasciato indietro per la mancanza di una pianificazione a lungo termine e per una certa inerzia. E' quanto emerge dalle analisi presentate oggi nel "Climate Change Report 2016, Italian Edition" di Cdp (Carbon Disclosure Project), la piattaforma globale no-profit per i dati ambientali.
Per la prima volta nell’analisi del campione italiano (42 società), risultano implementati i target di riduzione delle emissioni con un orizzonte temporale di medio termine, con il 37% dei target in termini di riduzioni assolute da conseguire entro il 2020-2025. Ancora carente la visione di lungo termine: solo il 7% dei target assoluti dichiarati verranno conseguiti oltre il 2030.
Inoltre, in Italia solo due imprese sulle 42 incluse nelle analisi, sono impegnate ad allinearsi con le più recenti indicazioni della ricerca scientifica sul clima in merito allo stabilimento di targets di riduzione delle emissioni basati su metodologie scientifiche, al fine di mantenere il riscaldamento globale al di sotto della soglia critica di 2˚C.
Il report italiano di Cdp viene pubblicato oggi unitamente alla prima edizione del Global Climate Tracking Series di Cdp. Il report globale "Out of the starting blocks: Tracking progress on corporate climate action", è prodotto in collaborazione con We Mean Business e presenta i dati relativi alle emissioni di carbonio e alla mitigazione del cambiamento climatico da parte di 1.089 imprese.
Queste aziende, che rappresentano alcune delle più significative a livello mondiale in termini di capitalizzazione e di impatto ambientale, corrispondono al 12% del totale delle emissioni globali di gas serra. Nel corso di cinque anni, 62 imprese sono riuscite a ridurre le loro emissioni del 10% o più, aumentando il fatturato con lo stesso margine.
Complessivamente, tra queste aziende il fatturato è cresciuto del 29% e le emissioni sono state ridotte del 26%, mentre il resto delle aziende del campione ha visto un calo del 6% del fatturato, unitamente ad un aumento del 6% delle emissioni.
Il gruppo include: Sca (società svedese di beni di consumo e prodotti a base di cellulosa, che ha ridotto le sue emissioni del 32% e incrementato il fatturato del 19%, abbassando del 42% l’intensità delle emissioni); Daimler (casa automobilistica tedesca, ha ridotto le emissioni medie della propria flotta del 5% rispetto all’anno precedente, risparmiando 2,2 milioni di tonnellate di Co2 equivalente durante la fase di utilizzo delle sue macchine); Sodexo (società francese, ha sviluppato una gamma di servizi per aiutare i suoi clienti a ridurre l'impronta di carbonio); Givaudan (società svizzera produttrice di aromi e profumi, puntando sulle rinnovabili ha ridotto di oltre il 10% le emissioni nell’ultimo anno).
“Mentre molte aziende sono già sulla buona strada, c’è ancora un grande divario da colmare - commenta Paul Simpson, Chief Executive Officer di Cdp - Con centinaia di imprese che hanno già anticipato a Cdp cambiamenti sostanziali alle loro pratiche di business per effetto dall’accordo di Parigi, ci aspettiamo di vedere nei prossimi anni un cambiamento verso target di lungo termine e definiti su base scientifica".