Roma, 5 ott. - (AdnKronos) - Frammenti di satelliti, elementi che si sono staccati, ma anche satelliti in avaria o a fine vita che diventano grandi detriti. In poche parole, immondizia spaziale che galleggia in orbita, ruotando in maniera scomposta. E non è un problema da sottovalutare: un detrito al di sopra di un centimetro che viaggia alla velocità di 8 Km è paragonabile a una bomba. Sul tema è al lavoro l'italiana D-Orbit, considerata tra le 100 start up più promettenti al mondo grazie al suo sistema di decommissioning.
Un dispositivo che permette di rimuovere i satelliti dallo spazio alla fine del loro ciclo di vita e ricondurli a terra, garantendo così una significativa riduzione dei costi per gli operatori satellitari, un aumento della redditività dei loro satelliti e una maggiore fruibilità dei servizi satellitari in tutto il mondo.
D-Orbit ha raccolto, nel giro di poche settimane, risorse per oltre 3 milioni di euro ed è oggi in grado di portare a termine la Missione D-Sat, prevista per il 2016 con il lancio del primo satellite al mondo che, a fine vita, verrà rimosso dallo spazio in modo sicuro, diretto e controllato. La società è stata tra le prime a utilizzare lo Strumento Finanziario Partecipativo per start up innovative, istituito dalle recenti riforme in materia di competitività e accesso alle risorse finanziarie da parte delle start up.
D-Orbit ha infatti chiuso un nuovo round di investimenti, per un valore di circa 1,83 milioni di euro finalizzato a favorire l’ingresso della società sul mercato. Tra i soggetti coinvolti, il Club degli Investitori con un finanziamento di circa 1,3 milioni di euro. La restante parte è stata erogata da due partner finanziari storici di D-Orbit, TTVenture e Como Venture, oltre che da un gruppo di imprenditori dell’area comasca.
A questo round da oltre 1,8 milioni di euro, si aggiunge il finanziamento di 1,2 milioni di euro erogato da Unicredit Spa, grazie al Fondo Centrale di Garanzia per startup innovative. D-Orbit ha potuto così raccogliere nel giro di poche settimane le risorse necessarie.
Gli aspetti legali dell'operazione costituisce uno dei primi casi in Italia di emissione di strumenti finanziari partecipativi da parte di una srl "innovativa", che rappresentano lo strumento ideale per le start up che intendono reperire capitali sotto forma di"semi-equity" (il cosiddetto "convertible loan" che costituisce una delle più diffuse modalità di investimento delle startup in Silicon Valley). La legge istitutiva delle start-up innovative consente anche alle srl innovative di emettere tale tipologia di strumenti che invece, per le società "normali", sono riservati alle spa.