Ecologia

Imbottigliata o di rubinetto, in Italia non c'è che l'imbarazzo della scelta

Entrambe di ottima qualità, ma - sottolinea l'esperto - l'acqua minerale va considerata una bibita e ha proprietà salutistiche che bisogna conoscere, insieme alla composizione, per sfruttarle a pieno.

Roma, 27 feb. - (AdnKronos) - Acqua del rubinetto o in bottiglia? “Sono due tipologie diverse - spiega all'Adnkronos Alessandro Zanasi, presidente del comitato scientifico del convegno Aquitaly - in Italia fortunatamente l'acqua del rubinetto è di ottima qualità così come quella minerale. La prima serve per tantissimi usi, quella minerale va considerata una bibita e ha proprietà salutistiche che bisogna conoscere, insieme alla composizione, per sfruttarle a pieno”.

Detto questo, in Italia non c'è che l'imbarazzo della scelta. A partire dalle acque minerali: ogni consumatore, imparando a leggere l'etichetta, può cercare tra quelle presenti sul mercato l'acqua più adatta alle proprie esigenze. Si va dalle acque minimamente mineralizzate alle oligominerali, passando per le mediominerali fino alle acque ricche in sali minerali. A fare la differenza è il "residuo fisso" (R.F.), il più noto indice classificativo delle acque minerali, che fornisce il contenuto totale di sali minerali disciolti in un litro d'cqua.

E' bene specificare che il residuo fisso non determina la qualità di un'acqua, ma è uno strumento indispensabile per scegliere l'acqua più adatta alle diverse esigenze.

E quella del rubinetto? In Italia nella maggior parte delle città è ottima, oltre ad essere sempre disponibile ed economica. Salvo situazioni particolari, l’acqua erogata dal rubinetto viene sottoposta per legge a controlli più severi e costanti rispetto alle acque minerali. Inoltre ha in genere un sapore gradevole, ed è indubbiamente più ecologica.

A Roma, ad esempio, l'acqua "del sindaco" può a tutti gli effetti essere considerata un’oligominerale: con un bassissimo contenuto di sodio (6,4 milligrammi per litro) è ideale per il consumo quotidiano. Recentemente in Italia poi, sono state costruite 500 casette dell'acqua, liscia o frizzante e refrigerata, la cui caratteristica principale è naturalmente la potabilità.

Premesso poi che l'acqua distribuita dalle reti degli acquedotti pubblici o privati deve essere potabile e che l'azienda distributrice deve assicurare tale caratteristica, la presenza di alcune alterazioni organolettiche, che non influiscono sulle potabilità, possono essere ovviate con un ulteriore trattamento al rubinetto.

Si sono così diffusi, in epoca recente, dispositivi di uso domestico, applicabili anche negli esercizi pubblici, atti a modificare alcune caratteristiche: addolcitori a scambio ionico, filtri meccanici, dosatori di reagenti chimici, filtri a carbone attivo, caraffe e contenitori vari da portare sulle tavole (anche di bar e ristoranti), e per i quali il ministero della Salute ha emanato un regolamento.

Le acque idonee al consumo umano non preconfezionate, somministrate negli esercizi pubblici, devono riportare, se trattate, la specifica denominazione "acqua potabile trattata o acqua potabile trattata o gassata".

Indicazioni che dovrebbero essere obbligatoriamente indicate nei menù e sulle caraffe. Non è quindi consentito somministrare in modo ingannevole al consumatore acqua di rubinetto trattata, in luogo di quella preconfezionata richiesta.

27 febbraio 2015 ADNKronos
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