È ormai assodato che l'inquinamento acustico disorienta e modifica il comportamento degli animali che usano i segnali sonori per orientarsi o comunicare, come nel caso degli uccelli o dei cetacei. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica The American Naturalist ha messo in evidenza che ciò non vale soltanto per loro. I biologi inglesi titolari della ricerca (Kunc, Lyons, Sigwart, McLaughlin e Houghton) hanno condotto un semplice esperimento che ha coinvolto alcune seppie sottoposte al suono registrato del motore di una barca.
Segnali visivi. Come la maggior parte dei cefalopodi, le seppie non si servono dei suoni per comunicare, bensì di un complesso sistema di segnali visivi che utilizzano a scopo riproduttivo o nell'iterazione con predatori e prede. Il principale di questi segnali è il cambiamento di colore.
Habitat contaminato. Nel corso dell'indagine si è visto che al suono di un motore, le seppie reagiscono modificando più spesso il loro colore. Niente di grave? Pensate a cosa può succedere quando il passaggio di una nave interferisce con gli strumenti di difesa del mollusco mentre un predatore è in agguato, oppure durante un corteggiamento. Secondo i biologi questo dimostra che è necessario prendere in considerazione i canali sensoriali nel loro complesso, anziché singolarmente. Da questa prospettiva risulta evidente che l'inquinamento acustico ha effetti significativi sull'habitat di un numero maggiore di animali rispetto a quanto ipotizzato finora.
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