Roma, 17 set. - (AdnKronos) - Il Mar Mediterraneo più segreto, quello che si nasconde tra i 50 e i 400 metri di profondità, si mostra in via eccezionale grazie alle 90 fotografie che, nel libro presentato dall'Ispra “Colori profondi del Mediterraneo” in occasione di Expo Aquae Venice, raccontano 900 punti di immersione e 50 campagne oceanografiche portate avanti, dal 2007 in poi, dai ricercatori dell’Istituto. (Foto)
Lo studio è stato consentito dall’utilizzo di strumentazione d’avanguardia, in particolare di un Rov (Remotely Operated Vehicle), piccolo robot filoguidato, pilotato dalla nave d’appoggio, che naviga in prossimità del fondo, acquisendo filmati, foto dell’ambiente circostante e raccogliendo piccoli campioni degli organismi marini presenti.
Prima, non si sapeva nel dettaglio cosa si trovasse nel Mediterraneo a queste profondità: si ipotizzava che scendendo più a fondo gli ambienti divenissero poveri e bui, invece si sono scoperti veri e propri hotspot di biodiversità, caratterizzati dalle cosiddette “Foreste animali”. Sono ambienti dove ancora penetra un barlume di luce e dove domina la componente animale, fatta di organismi strutturanti.
Creature sessili ed erette, che si elevano dal substrato, creando con le loro forme massive e arborescenti nuovi spazi, anfratti e nicchie, che richiamano e ospitano altri organismi. Le spugne e i coralli sono i maggiori rappresentanti di questi ecosistemi profondi. Fungono da sostegno e attirano a sé una ricchissima fauna associata, fatta di pesci, molluschi, crostacei, echinodermi.
Ogni organismo trae giovamento dall’altro, in un continuo scambio di energia. Lo spettacolo è affascinante e sorprendente, simile a quello cui si assiste con le foreste terrestri, per struttura, ricchezza e complessità: esplosioni di colori e forme, già fantasticate da antichi naturalisti e pescatori.
La grande mole di dati raccolti ha stravolto in pochi anni le conoscenze sulle comunità profonde mediterranee, con l’acquisizione di nuove importanti informazioni sul nostro mare, aprendo le strade per nuove linee di ricerca. Il volume ha ora l’intento di comunicare i risultati di questo lavoro al pubblico, coniugando il rigore scientifico con un linguaggio divulgativo: nei 90 scatti c’è tutto il Mediterraneo, dalle gorgonie bianche e gialle al corallo rosso, fino ai millenari coralli neri.
Ci sono pesci come lo scorfano, la rana pescatrice, murena, ricciola, pesce luna, la cernia gigante fino al gattuccio e lo squalo vacca, nonché crostacei come l’aragosta di profondità e molteplici tipologie di spugne, da quelle a camino a quelle a forma di calice, fino alle carnivore.
Il libro racconta anche i segni, quasi mai piacevoli, del passaggio dell’uomo: dalle reti abbandonate che arrivano a spezzare i rami dei coralli, a copertoni e bidoni che diventano rifugio per crostacei e pesci, fino alle buste di plastica e le bottiglie, il cui impatto è tale da trovarle anche in canyon a 450 metri di profondità.
Negli scatti che raccontano i colori profondi il mare più presente è quello della Sardegna, seguito da Sicilia e Calabria, ma ci sono anche i fondali di Liguria, Toscana, Campania e Lazio, a testimonianza di una straordinaria ricchezza che coinvolge tutti i mari italiani.