Non c'è solo lo sbiancamento, tra gli effetti più temuti del riscaldamento globale. Se continueremo a immettere quantità industriali di anidride carbonica in atmosfera, avremo barriere coralline deformate ed esposte alle infezioni. È l'allarme lanciato da due diversi studi che analizzano più da vicino gli effetti sui reef della CO2.
Come una spugna. Il 30% dell'anidride carbonica dispersa nell'aria viene assorbita dagli oceani, dove altera il pH dell'acqua rendendola più acida. Per i coralli, costruire uno scheletro alcalino in queste condizioni è un'impresa: ricercatori dell'University of Western Australia hanno ricreato in diverse vasche d'acqua varie situazioni di acidità e temperatura, simulando le condizioni dei mari da qui al 2100.
Cresciuti male. Nelle vasche corrispondenti a quei livelli di CO2, i coralli sono cresciuti con scheletri deformi, asimmetrici, porosi e spesso fratturati: la prova che i polipi più giovani, che dovrebbero costituire una base solida per il futuro, si stanno sviluppando in condizioni preoccupanti e svantaggiose.
Deformi e malati. Un secondo studio dell'Università di Townsville, sempre in Australia, ha sottolineato invece l'effetto del calore. I coralli sbiancati da acque sempre più calde sarebbero quattro volte più esposti a microbi e virus (come quelli dell'herpes nell'uomo) rispetto a quanto osservato finora.