Da ieri siamo in debito con la Terra. Il 9 ottobre 2006 era, infatti, il “giorno del debito ecologico”. Cioè, secondo i calcoli del Global Footprint Network, il giorno a partire dal quale la Terra impiegherà 15 mesi, per rigenerare quello che è stato consumato in un anno. In altre parole abbiamo consumato più di quanto il pianeta ci potesse offrire, con inevitabili conseguenze per la sua salute. E non è la prima volta. Secondo gli esperti il primo giorno in assoluto in cui la “richiesta” ha superato l’”offerta” è stato il 19 dicembre del 1987. Dopo il quale ci sono state altre quattro giornate del debito (nel 1990, 1995, 2000, 2005).
I calcoli dell’istituto di ricerca statunitense si basano sul concetto di “impronta ecologica”, un sistema che misura quanta terra e acqua una popolazione sfrutta, per produrre le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti.
Ma non mancano i detrattori e c’è qualcuno che non ci sta a “celebrare” la funesta data. È Fredrik Erixon del Centro europeo di Politica Economica Internazionale, secondo il quale gli avanzamenti tecnologici hanno portato a una maggiore efficienza nell’uso delle risorse naturali, con meno sprechi e quindi un minore sfruttamento.
Foto: © Nasa