Roma, 6 apr. - (AdnKronos) - Promuovere crescita economica e sociale degli artigiani e delle loro comunità in Rwanda e in Tunisia e creare le condizioni ideali per uno sviluppo creativo, produttivo e organizzativo delle cooperative locali secondo i criteri del commercio equosolidale. E' il progetto di cooperazione internazionale e di educazione allo sviluppo dedicato al design solidale, promosso dall’associazione La Bottega Solidale con il contributo della Regione Liguria.
Il progetto unisce il mondo accademico universitario, quello del design e il commercio equo e vede collaborare le Università di Architettura di Genova, Firenze e Venezia e le associazioni Designers senza frontiere e Informatici senza frontiere, per dimostrare che abilità e tecniche tradizionali, grazie al lavoro dei designer, possano evolversi e rinnovarsi, trovando nuovi sbocchi sul mercato (in particolare quello equosolidale) che concilia etica ed estetica, rispetto dell'uomo e dell'ambiente.
Grazie a due missioni specifiche nei due Paesi, i professionisti dell’associazione Designers senza frontiere hanno affiancato gli artigiani delle cooperative locali, formandoli e contribuendo allo sviluppo di nuove linee di prodotti che rispondono a criteri di sostenibilità e soddisfano le aspettative dei consumatori locali ed europei.
Due esperti di commercio equosolidale si sono occupati di un affiancamento agli artigiani, offrendo loro un’adeguata consulenza per passare dalla creazione di prototipi alla produzione seriale con un’adeguata gestione organizzativa e supportata da iniziative di marketing mirate. Il tutto è stato arricchito dalle docenze universitarie finalizzate alla formazione di designer locali capaci di rinnovare le forme artistiche tradizionali.
Ma perché Rwanda e Tunisia? Il drammatico conflitto civile che ha sconvolto il Rwanda nel 1994 ha determinato una sua lunga dipendenza dagli aiuti internazionali. Oggi gli artigiani e le artigiane non chiedono più donazioni a fondo perduto ma azioni concrete di supporto, che li mettano in condizione di affrontare efficacemente il mercato locale e internazionale.
Il progetto ha voluto valorizzare le capacità manuali e le creatività del territorio, per migliorare le condizioni di vita degli artigiani e della loro comunità. Altra area africana, altre motivazioni e altro contesto sociale: la Tunisia. Protagonisti, una crescente industria manifatturiera, scelta per i suoi bassi costi dalle grandi aziende europee che hanno delocalizzato la produzione, ma anche una tradizione artigianale mantenuta da innumerevoli piccole imprese artigiane.
E’ necessario mantenere in vita quella sana capacità creativa e produttiva dei piccoli produttori, evitando che debbano essere obbligati a trasformarsi in manodopera a basso costo soggetta a sfruttamento per le produzioni estere. Nessuna organizzazione di artigiani tunisini risulta ad oggi iscritta alla rete internazionale del commercio equo e solidale (Wfto).
Questi artigiani, anche grazie alle attività previste nel progetto, stanno avviando la prima esperienza d’artigianato equo e solidale nel Paese. L’esperienza in Tunisia alla luce dei recenti tragici avvenimenti assume per La Bottega Solidale una valenza ancora più significativa, come afferma Cristiano Calvi, responsabile del progetto: “Dare maggior impulso allo scambio tra i nostri Paesi, promuovendo un’economia solidale, è la giusta reazione agli atti terroristici che ci hanno colpito nei giorni scorsi. Non isolare o distanziarsi da chi è come noi vittima dell’integralismo islamico, ma condividere la stessa speranza di futuro”.
Da questo progetto sono state sviluppate una nuova collezione di manufatti in legno e fibra realizzati in Rwanda che ha permesso l’integrazione tra il lavoro degli artigiani uomini che lavorano il legno e le artigiane che lavorano le fibre vegetali e Tunisia Fair Design, una nuova linea (bijoux e ceramiche) che a breve verrà distribuita da La Bottega Solidale di Genova attraverso la rete vendita delle Botteghe del Commercio Equo presenti in Italia.
La Bottega Solidale opera a Genova e in Liguria dal 1990 nell’ambito della cooperazione internazionale e dell’educazione allo sviluppo. Attiva nel commercio equo e solidale, ha realizzato direttamente progetti nel sud del mondo (Rwanda, Guinea Conakry, Filippine) e promuove la crescita del consumo responsabile e solidale in Liguria.