Lo strato di ozono, che protegge il pianeta dall'azione distruttiva dei raggi ultravioletti, si sta riducendo. E si è spaccato in due aree più piccole.
Il buco nell'ozono, in blu scuro, si è diviso in due aree distinte alla fine di settembre. Clicca qui per ingrandire l'immagine (35 Kb). © Nasa. |
Il buco nell'ozono che si trova sopra l'Antartide, o per essere più precisi la rarefazione dello strato che protegge il nostro pianeta dall'impatto dei raggi ultravioletti, si è drasticamente ridotto, passando da 24 a 15 milioni di chilometri quadrati. Non solo. Oltre a essere più piccolo rispetto agli anni precedenti, si è separato in due aree distinte. La causa? Le perturbazioni che si sono verificate in modo particolarmente intenso quest'anno nella stratosfera, lo strato di atmosfera che avvolge il nostro pianeta dai 10 ai 50 mila metri, e che hanno portato il vortice polare a raggiungere temperature più alte della media. La notizia è positiva, dicono i ricercatori della Nasa e del Noaa (National oceanic and atmosferic administration) americano, ma non è ancora detto che il fenomeno stia definitivamente scomparendo.
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Il caldo fa bene. La regione che si trova più vicina alla Terra (7-14 chilometri) subisce ancora forti perdite di ozono. Diversa invece è la situazione oltre i 20 chilometri, dove sembra invece che la maggiore concentrazione del gas protettivo sia dovuta alla presenza di temperature più alte della media. Il risultato generale è che il nostro Pianeta è più protetto rispetto agli anni 2000 e 2001, restano però alcuni punti in cui lo schermo è fortemente ridotto. La riduzione del buco di ozono si è già verificata nel 1988, un altro anno in cui erano state raggiunte temperature particolarmente alte negli strati superiori dell'atmosfera. Secondo gli esperti dunque, mentre la causa scatenante resterebbero i gas a base di cloro e di bromo, il cui uso è già stato bandito a livello internazionale dal protocollo di Montreal, potrebbe essere la temperatura a regolare l'ampiezza del fenomeno. La conclusione è basata anche sull'andamento stagionale del buco: in ottobre, quando le temperature salgono per l'arrivo dell'estate australe, lo strato di ozono è più consistente. Nell'inverno polare, che va da agosto a settembre, si formano invece sottili nubi fredde che accelerano la reazione tra bromo, cloro e ozono, la cui molecola, formata da tre atomi di ossigeno, è costretta a rompersi e a formare ossigeno gassoso. Si tratta di una reazione a catena particolarmente efficiente: una sola molecola di clorino può distruggere 100.000 molecole di ozono. (Notizia aggiornata all' 1 ottobre 2002) |