Ecologia

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.

L'origine delle specie è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di Charles Darwin pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo).

Riforestazione e gas serra. Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su The Conversation Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che L'origine delle specie custodisce un passaggio relativo a boschi e foreste che, riletto oggi, ci suggerisce una cosa importante: c'è un modo diverso, e più efficace, di approcciarsi alla riforestazione nel tentativo di contrastare il rilascio di gas serra in atmosfera.

Focus Storia 181
La vita e la scienza del grande naturalista inglese sono spiegate in La sfida di Darwin, Focus Storia 181 (novembre 2021). © Focus

Il passaggio in questione si trova nel quarto capitolo di L'origine delle specie, ed è un'osservazione sulle piante che in sintesi si può riassumere così: tante specie diverse che vivono insieme crescono meglio e più sane di una singola specie. Un ragionamento che si applica a qualsiasi scala, e quindi anche a boschi e foreste: secondo Darwin, un bosco "monoalbero" è più fragile di uno composto da tante specie diverse. MacKenzie e Foyer spiegano che, per quanto possa sembrare assurdo, le attuali politiche di riforestazione non hanno mai davvero tenuto conto di questo ragionamento, e tendono a puntare piuttosto sulle monocolture.

Diversità e diverse età. Non solo: secondo Darwin anche una certa varietà nell'età delle piante è un fattore importante, mentre oggi la regola è quella di ripiantare alberi sempre della stessa età. Si tratta quindi di compiere un vero e proprio cambio di paradigma secondo le indicazioni del naturalista inglese: è quello che si propone di fare la Association of Applied Biologists che sta lavorando in questa direzione insieme all'università di Birmingham e a una serie di governi locali (Australia, Canada, Germania, Italia, Nigeria, Pakistan, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti).

L'intuizione di Darwin non era ovviamente basata sul suo sesto senso: ci sono ragioni scientifiche dietro alle differenze di condizione tra foreste multispecie e foreste monospecie. Nelle prime, per esempio, c'è relativamente meno competizione per le risorse, perché ogni specie occupa la sua nicchia e recupera nutrienti ed energia da fonti diverse.

Questo significa che gli alberi crescono di più, e possono dunque immagazzinare più CO2 nei loro tronchi e rami.

Foreste più sane e più resilienti. Inoltre, avere tante specie diverse significa ridurre la possibilità che batteri e parassiti facciano danni irreversibili, perché ogni patogeno ha il suo bersaglio privilegiato. Secondo MacKenzie e Foyer, le foreste ripiantate tenendo conto delle indicazioni di Darwin crescono da due a quattro volte di più rispetto a quelle monospecifiche: tutte le nostre future strategie di riforestazione dovrebbero tenerne conto.

11 novembre 2021 Gabriele Ferrari
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