Roma, 10 apr. - (AdnKronos) - Sono accampati ormai da quasi quattro giorni sulla Polar Pioneer, piattaforma in uso a Shell e in viaggio nell’Oceano Pacifico, sei attivisti di Greenpeace che quasi novanta ore fa l’hanno scalata per opporsi alle trivellazioni nel Mare Artico, vicino l’Alaska. I sei attivisti, che, come riferisce Greenpeace, non stanno interferendo in alcun modo con le attività di navigazione, si trovano sul lato inferiore del ponte principale della Polar Pioneer. Nelle scorse ore hanno aperto uno striscione raffigurante un gufo delle nevi, contenente i nomi di milioni di persone che in tutto il mondo hanno firmato finora la petizione di Greenpeace in difesa dell’Artico. (Video- Foto)
Secondo quanto comunica l'organizzazione, una nuova ricerca indipendente realizzata dalla National Academy of Sciences chiarisce come non ci sia un modo efficace per rimediare a uno sversamento petrolifero in un’area in remota, ghiacciata e tempestosa come l’Artico. Questa ricerca, commenta Greenpeace,"è l'ennesima sfida a quanto sostiene invece Shell, che afferma di avere le capacità per fronteggiare una tale evenienza".
Il governo degli Stati Uniti stima che ci sia il 75% di possibilità che avvenga un ingente sversamento di petrolio nel Mare di Chukchi, come conseguenza di attività di pompaggio e trattamento in quell'area. Inoltre, un altro studio, finanziato proprio dal governo statunitense, solleva seri dubbi sulla possibilità di fronteggiare uno sversamento di grandi proporzioni.