Roma, 22 lug. -(AdnKronos) - Negli ultimi tre anni oltre 100.000 esemplari di elefanti sono stati uccisi per rifornire di avorio i mercati neri asiatici, in particolare quello cinese. I proventi di questo commercio illegale finiscono per finanziare attività criminali, conflitti armati e terrorismo e se non si interviene in modo sostanziale, questa specie è destinata all’estinzione entro pochi decenni.
Con l’obiettivo di proteggere almeno 40.000 elefanti (il 10 % del totale del continente) nei prossimi 5 anni, il Presidente del Kenya aderisce oggi alla Elephant Protection Initiative (Epi) per sconfiggere la piaga dei bracconieri e fermare il continuo massacro di elefanti del continente. Ed entra così a far parte del pan-africano “Giants Club”, la nuova iniziativa africana governativa di protezione avviata da Space for Giants.
L’impegno è stato preso nel corso di una cerimonia al Parlamento di Nairobi. Avviato, presso la sede del Kenya Wildlife Service, un inventario e un campionamento del Dna sulle scorte di avorio e di corni di rinoceronte, attività che segue l'impegno assunto dal presidente Kenyatta, il 3 marzo scorso, di mettere fuori commercio tutta la riserva di avorio del Kenya, bruciandola prima della fine di quest'anno.
L’Epi è stata lanciata dai leader di Botswana, Ciad, Etiopia, Gabon e Tanzania, in occasione della London Conference Illegal Wildlife Trade nel febbraio del 2014, con il supporto del Governo britannico e dell’associazione no profit Stop Ivory, attiva nel Regno Unito.
Il Giants Club è un nuovo forum messo a punto da Space for Giants per combattere la piaga del bracconaggio, che coinvolge i leader degli Stati africani in cui gli elefanti sono presenti, i capi di grandi aziende che operano in Africa e gli esperti nella protezione di questi animali, per fornire l’appoggio politico, le risorse finanziarie e la tecnologia per salvare le popolazioni di elefanti dell'Africa sopravvissute.
Il Kenya è stato l'ultimo Paese a entrare a far parte del Giants Club. Anche il Presidente Bongo della Repubblica del Gabon e il Presidente Musevini della Repubblica dell'Uganda hanno già aderito. I leader di Etiopia, Tanzania e Sierra Leone hanno dichiarato la loro intenzione ad aderire in tempi brevi.