La pandemia causata dalla COVID-19 ha costretto il mondo a fermarsi: chiuse le scuole, fermato il traffico, città vuote. Le specie selvatiche hanno iniziato a riappropriarsi di spazi prima occupati, l'aria è diventata più pulita, le acque limpide. Ora però dobbiamo fare attenzione a una nuova minaccia: i dispositivi di protezione individuale che, dopo essere stati utilizzati diventano rifiuti, devono essere smaltiti correttamente per evitare che invadano le nostre strade, i nostri marciapiede e i nostri parchi.
Inoltre quantitativi crescenti di mascherine e di guanti sono avvistati in mare, dove rischiano di diventare letali per tartarughe e pesci che li scambiano per prede di cui nutrirsi. Una stima del Politecnico di Torino dice che per la Fase 2, in cui verranno progressivamente riavviate attività produttive e sociali, serviranno 1 miliardo di mascherine e mezzo miliardo di guanti al mese. Si tratta di quantitativi molto elevati, che impongono un'assunzione di responsabilità da parte di chi utilizzerà questi dispositivi di protezione: bisogna che ognuno di noi faccia uno sforzo per far sì che si proceda con uno smaltimento corretto e con il minor impatto possibile sulla natura.
Se anche solo l'1% delle mascherine venisse smaltito non correttamente, e magari disperso in natura, questo si tradurrebbe in ben 5 milioni di guanti e 10 milioni di mascherine al mese disperse nell'ambiente. Sarebbero decine di migliaia di kg di plastica dispersi in natura ogni mese: uno scenario pericoloso che va disinnescato.
«Così come i cittadini si sono dimostrati responsabili nel seguire le indicazioni del governo per contenere il contagio restando a casa, ora è necessario che si dimostrino altrettanto responsabili nella gestione dei dispostivi di protezione individuale, che vanno smaltiti correttamente». A lanciare l'appello è la presidente del WWF Italia, Donatella Bianchi, che aggiunge: «È necessario evitare che questi dispositivi, una volta diventati rifiuti, abbiano un impatto devastante sui nostri ambienti naturali e sui nostri mari. Proprio per difendere il Mediterraneo, che ogni anno già deve fare i conti con 570 mila tonnellate di plastica che finiscono nelle sue acque - come se 33.800 bottigliette di plastica venissero gettate in mare ogni minuto! - chiediamo alle istituzioni di predisporre opportuni raccoglitori per mascherine e guanti nei pressi dei porti, dove i lavoratori saranno costretti ad usare queste protezioni per operare in sicurezza, in parchi e musei, fuori dai supermercati... Sarebbe un gran vantaggio per noi e per l'ambiente.»
Contenuto a cura di WWF Italia.