Greta Thunberg, la 16enne svedese che con i suoi sit-in davanti al Parlamento svedese ha dato vita al movimento dei #FridaysForFuture, sfociato nello sciopero mondiale per il clima di venerdì 15 marzo, è stata candidata al Nobel per la Pace. La richiesta di candidatura è stata avanzata da Freddy André Øvstegård, membro del Parlamento della Norvegia, e da due suoi colleghi di partito.
Il nesso con la pace. Øvstegård non conosce Greta di persona, ma ritiene che quella appena iniziata sia una rivoluzione di pace, perché i cambiamenti climatici sono già oggi uno dei principali fattori di instabilità sociale, povertà, carestie, guerre e migrazioni. A mano a mano che le temperature salgono, il "capitale naturale" (le risorse alimentari, le piante) delle nazioni si sposta sempre più verso i poli, impoverendo popolazioni già povere e allargando la forbice dell'iniquità sociale. Quello del global warming come fattore di ingiustizia che pesa su comunità già provate è un aspetto più volte sottolineato da Greta Thunberg.
Sulle spalle dei ragazzi. La candidatura è arrivata in concomitanza con il Global Climate Strike for Future, che ha mobilitato gli studenti di 1.600 città in 100 Paesi del mondo. Se a Greta Thunberg venisse riconosciuta l'onorificenza, diventerebbe la persona più giovane ad aver ottenuto un Nobel dopo Malala Yousafzai, Nobel per la Pace nel 2014 per il suo impegno nell'affermazione dei diritti civili e del diritto all'istruzione delle giovani pachistane.
Sarebbe anche la seconda volta in cui un individuo è premiato per l'attivismo climatico. La prima è stata con Al Gore, Premio Nobel per la Pace nel 2007 insieme all'Intergovernmental Panel on Climate Change, per lo sforzo nella diffusione della conoscenza sul riscaldamento globale. I Nobel 2019 saranno annunciati ad ottobre.
Greta Thunberg si è detta "onorata e molto riconoscente" per la candidatura. Scorrendo il suo profilo Twitter, si vedono le foto degli studenti che protestano per il clima nel mondo intero.