Roma, 30 dic. (AdnKronos) - Cambiamenti climatici, Expo e mare. Sono questi i grandi temi e le sfide del 2015 secondo il direttore delle Campagne di Greenpeace Italia, Alessandro Giannì.
Primo auspicio per il prossimo anno è "che a Parigi (al vertice sul clima che si terrà a dicembre, ndr) si arrivi a un accordo serio e vincolante che porti a una prospettiva risolutiva riguardo alla principale emergenza ambientale che è il cambiamento climatico. Cambiamento che è già in atto, dunque si tratta di evitare il peggio", spiega Giannì ad Adnkronos.
Alla riunione di Parigi "si dovrebbero fissare degli obiettivi molto importanti di riduzione delle emissioni di gas serra, questione non più rinviabile". Per il direttore delle Campagne di Greenpeace Italia, "si può fare di meglio su efficienza energetica e rinnovabili e quindi sulla dismissione delle peggiori fonti di emissione di gas serra, cioè carbone e petrolio. Quello che ancora non si è capito, sicuramente non lo si è capito in Italia, è che questa è anche un'enorme occasione di sviluppo, occupazione e tecnologia".
Altro tema chiave del prossimo anno è l'Expo 2015. "In Italia avremmo una grandissima occasione per parlare di una questione molto importante che è il modo in cui produciamo gli alimenti: l'Expo - spiega Giannì -. Ma per ora non è stata minimamente utilizzata. Io immaginavo che potesse essere l'occasione per riflettere sul ruolo di noi singoli consumatori riguardo a produzione, acquisto, consumo e uso degli alimenti, sul modo in cui vogliamo produrre il cibo nei prossimi 50 anni e tante altre cose".
"Il made in Italy - sottolinea - dovrebbe essere l'affermazione di un certo tipo di produzione basata sulla qualità che vuol dire tipicità ma anche sostenibilità. Perché è inutile avere un prodotto tipico poi contaminato da pesticidi o altro. Spero che si parli di questo".
Nella lista dei 'desideri' di Greenpeace c'è anche l'auspicio che ci si occupi di più di "sicurezza in mare e del mare". "Mi aspetterei che di questi temi riuscissimo a parlare anche lontano dai mesi estivi - osserva Giannì - In questo Paese se ne discute solo durante le vacanze quando ci si lamenta del mare sporco o in caso di incidenti come quello della Norman Atlantic. Questo episodio potrebbe essere un'occasione per parlare di come noi tuteliamo la sicurezza in mare e del mare. Perché ci vuole pochissimo per fare danno".