Roma, 18 lug. - (AdnKronos) - Ancora troppo inquinamento da mancata depurazione nei laghi laziali. La denuncia arriva da Goletta dei Laghi, la campagna di Legambiente che presenta oggi i risultati delle analisi effettuate nei laghi di Bolsena, Bracciano, Canterno, Vico e Albano. Il risultato? Su 19 punti di campionamento, eseguiti nelle giornate del 14 e 15 luglio, 11 presentano cariche batteriche sopra i limiti risultando "inquinati" o "fortemente inquinati" e, in particolare, a preoccupare sono Bolsena e Bracciano.
Nel lago di Bracciano, in 3 punti su 5 l’acqua è risultata “fortemente inquinata”: a Grotta Renara, all'incile del Fiume Arrone a Anguillara e alla foce del canale presso via della Rena a Trevignano. Sul lago di Bolsena addirittura 6 punti su 7 hanno superato i limiti di legge risultando "fortemente inquinati": a Montefiascone presso il parco giochi sul lago, a Marta nella spiaggia in fondo a Via Cava, a San Lorenzo Nuovo presso la foce del fosso Ponticello e presso il canale in località prati Renari, a Capodimonte nella spiaggia in via Regina Margherita, a Gradoli nella foce del fosso Cancello.
Nel lago di Vico, si è ottenuto un risultato negativo sui due monitoraggi fatti in località Punta del Lago; sul lago di Albano un risultato negativo su 3 prelievi presso via dei Pescatori a Castelgandolfo. Non emergono criticità negative dai 2 prelievi effettuati sul lago di Canterno a Ferentino. Un monitoraggio speciale è stato effettuato anche nel laghetto di Villa Ada: nessuna carica batterica fuori norma per lo specchio d'acqua del parco romano, ma un’alta densità di nitriti principale causa dell’eutrofizzazione dell’acqua.
Le cause principali dell’inquinamento dei bacini lacustri? "Riguardano senz’altro i servizi di fognatura e depurazione le cui prestazioni rimangono ben lontane dagli standard della normativa ambientale europea", spiega Andrea Minutolo, coordinatore scientifico di Legambiente. L'associazione chiede l'avvio di "contratti di lago" quali tavoli di confronto e strumenti volontari di risoluzione delle problematiche, nei quali abbia un ruolo di primo piano la Regione Lazio per le competenze complessive soprattutto sul tema della depurazione dei reflui e del Piano di Tutela della Acque.
"Con questi risultati non diamo di certo patenti di balneabilità e non vogliamo giudicare lo stato complessivo dell'acqua nei vari laghi - dichiara Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio - ma individuando le tante criticità, avviare percorsi positivi in cui amministrazioni e cittadini possano definire le priorità per la riqualificazione, la salvaguardia e il rilancio degli splendidi laghi del Lazio e per questi ci mettiamo per primi a disposizione".
Quella della carica batterica non è stata però l’unica analisi effettuata dai tecnici di Legambiente che stanno portando avanti anche il monitoraggio dei rifiuti marini e lacustri. Ad emergere è che la plastica rappresenta tra l'80 e il 90% dei rifiuti dispersi in ambiente marino e costiero, ma mentre studi approfonditi sono stati condotti sui mari, insufficienti sono le ricerche sugli effetti negativi delle microplastiche negli ecosistemi lacustri.
È per questo motivo che, durante l'edizione 2016 della Goletta dei Laghi, Legambiente ha decisori di condurre in prima persona uno studio approfondito sul tema. Grazie ad uno speciale dispositivo chiamato “Manta”, sono stati raccolti campioni di acqua superficiale in diversi laghi, utilizzando una particolare rete a maglia ultrafine in grado di catturare le microparticelle. L'intero progetto gode della collaborazione scientifica di Enea e dell'Università Ca' Foscari di Venezia.
Nel Lazio i campionamenti delle microplastiche sono stati effettuati grazie al supporto dell’Associazione Lago di Bolsena, dei Parchi Regionali dei Castelli Romani e di Bracciano-Martignano. Anche quest'anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati (Coou) è main partner della campagna estiva di Legambiente.