«È assurdo: gli oceani si stanno scaldando e acidificando eppure nessuno si preoccupa dell'ossigeno». Le parole sono di Dan Laffoley, uno degli autori di un rapporto sulla deossigenazione (qui il testo completo in PDF) presentato alla COP25 di Madrid. Lo studio, condotto da 67 scienziati dell'International Union for Conservation of Nature (IUCN) e coordinato proprio da Laffoley, esamina il contenuto medio di ossigeno delle grandi masse d'acqua e i suoi cambiamenti negli ultimi 50 anni, e si conclude con una considerazione preoccupante: gli oceani sono sempre più irrespirabili.
Sempre meno ossigeno... Dagli anni Sessanta a oggi gli oceani terrestri hanno perso in media il 2% del loro contenuto di ossigeno (con alcune aree come la California dove l'emorragia sale al 40%).
La causa è il riscaldamento del Pianeta: l'aumento della temperatura provoca cambiamenti nei flussi delle correnti oceaniche, rallentandole o fermandole, e riducendo in questo modo lo scambio di ossigeno tra l'acqua e l'atmosfera.
Se l'uomo dovesse continuare a emettere CO2 al ritmo attuale, la perdita salirebbe al 3 o persino al 4% entro la fine di questo secolo. La situazione è peggiorata dall'influsso di nutrienti raccolti dalle zone agricole e scaricati in mare: queste sostenze causano esplosioni nella popolazione di alghe, le quali a loro volta vengono decomposte da batteri che per farlo usano l'ossigeno.
... sempre meno vita. Le conseguenze della deossigenazione potrebbero essere catastrofiche, per gli ecosistemi e per l'uomo: le acque meno ossigenate sono meno vivibili per molti pesci fondamentali per la nostra specie (come il tonno e il pesce vela), senza contare gli effetti devastanti sulle barriere coralline. Il problema quindi è grave, ma secondo Laffoley la soluzione ci sarebbe: smettere di inquinare e tagliare le emissioni a livello globale. Facile a dirsi, vero?