Roma, 25 ott. - (AdnKronos) - Gli animali degli abissi ingeriscono microplastiche che ormai hanno raggiunto gli oceani di tutto il mondo. Le prove arrivano da una ricerca collaborativa finanziata dal progetto Cach del Cer, pubblicata dalla rivista Scientific Reports. In particolare, i ricercatori delle università di Bristol e Oxford, che lavorano sulla nave per la ricerca “James Cook” nell’Atlantico e nell’Oceano Indiano hanno trovato tracce di microsfere dentro esemplari di paguroidea, galatheidae e oloturoidei, a profondità comprese tra i 300 m e i 1 800 m.
In totale sono stati studiati 9 organismi e in 6 di essi sono state trovate microplastiche. È la prima volta che si dimostra l’ingestione di microplastiche da parte di animali a queste profondità. Ma cosa sono le microplastiche? In generale sono definite come particelle di meno di 5 mm di lunghezza e includono le microfibre analizzate nello studio e le microsfere usate nei cosmetici (come dentifricio e doccia schiuma).
Tra le plastiche scoperte negli animali degli abissi dello studio c’erano poliestere, polipropilene, viscosa, nylon e acrilico. Le microplastiche hanno circa le stesse dimensioni della “neve marina”, la pioggia di materiale organico che cade dagli strati più alti della colonna d’acqua dell’oceano e di cui si nutrono molte creature che vivono a queste profondità.